Il car design vive di lavoro di squadra, in antitesi con il distanziamento sociale imposto dal dilagare della pandemia del coronavirus. Come cambia l’attività creativa in smartworking? Che conseguenze avrà sulle forme delle vetture di domani? Auto&Design ha posto queste domande a responsabili del design di case automobilistiche e centri stile indipendenti. L’opinione di LowieVermeersch, fondatore e direttore creativo di Granstudio.
Come avete organizzato il vostro lavoro in questo periodo di chiusura?
L’epidemia di coronavirus non ha sconvolto il nostro modo di lavorare perché la grande maggioranza dei nostri progetti veniva fatta completamente in digitale già prima dell’arrivo di questa pandemia che ci ha costretto a rimanere in casa. Non mancano comunque i modi di incontrarsi: tutti i lavori dei nostri designer vengono condivisi su una piattaforma in rete e discussi insieme. In più momenti della giornata facciamo delle riunioni per la valutazione con tutto il team, in base a un calendario settimanale molto preciso. Uno dei vantaggi portati da questa organizzazione è proprio la velocità: senza viaggi, visite e altri impegni il lavoro è più snello e fluido.
Credi che questo modo di lavorare influenzerà i prodotti del futuro?
Ogni cambiamento così radicale lascia inevitabilmente un segno, ma al momento non vedo ancora qualcosa di tangibile sui prodotti come contenuto stilistico. Forse è perché stiamo lavorando ancora a progetti che hanno preso forma prima della chiusura. Sarà interessante vedere come cambierà la concezione dell’utilizzo dello spazio urbano, un campo in cui noi siamo molto attivi. In questi giorni osserviamo un cambiamento di comportamenti dell’uomo nell’ambiente cittadino, chissà che non possa essere motivo di nuove idee e progetti. Sarebbe un peccato sprecare questo momento per non riflettere sulle possibili evoluzioni dell’urbanizzazione.
Utilizzate strumenti di lavoro specifici presi dallo studio o potete fare tutto con i normali PC?
Molti dei nostri designer hanno avuto l’opportunità di smontare completamente la postazione di lavoro in studio e rimontarla nelle loro case. La gestione di grandi file e immagini ad altissima risoluzione renderebbe impossibile il lavoro su un normale computer o tablet come quelli che si usano nella vita privata.
Credi che questo periodo di chiusura possa influenzare la creatività di un designer?
E’ una domanda a cui è difficile rispondere in maniera oggettiva, ognuno di noi è diverso nel modo di reagire. Tuttavia, a livello generale, certamente l’ispirazione di ciascuno di noi è alimentata dai fattori esterni più disparati e nel mio caso specifico è stimolata da viaggi, incontri ed esperienze. Questo però è un momento di riflessione importante: quando tutto ripartirà dovremo fare tesoro di tutto ciò che ci è venuto in mente in questi giorni.