Nell’anno in cui celebra il proprio centenario, Mazda guarda al futuro con il debutto della sua prima auto di serie totalmente elettrica: la Mazda MX-30. Con il suo stile personale e le porte freestyle combinate con un abitacolo che impiega materiali ecocompatibili a cui si abbinano qualità e finiture meticolose, la MX-30 si aggiunge alla gamma Mazda. Ma perché gli è stata assegnata la sigla MX? Tale sigla è stata resa famosa soprattutto dalla MX-5, ma uno sguardo alla storia di Mazda evidenzia come il prefisso MX sia in realtà antecedente alla roadster più venduta al mondo e, in effetti, è stata impiegata più di una dozzina di volte per un’ampia varietà di Mazda di serie, concept e vetture da competizione.

La sigla MX viene assegnata a un’auto che rappresenta una sfida a creare e fornire nuovi valori senza essere limitata dalle convenzioni, indipendentemente dal tipo di veicolo. Quando è stata presentata nel 1989, la Mazda MX-5 era esattamente un’auto di questo tipo: mentre l’industria automobilistica si era allontanata dall’auto sportiva economica, Mazda aveva sfidato le convenzioni per creare una perfetta reinterpretazione moderna della classica roadster a trazione posteriore. Più di tre decenni dopo, la MX-5 è l’auto sportiva a due posti più venduta al mondo e non ha bisogno di presentazioni, mentre la prima auto a proporre la sigla MX è meno famosa.

Presentata nel 1981, la concept car Mazda MX-81 Aria è stata progettata dai designer dell’italiana Bertone, i quali, utilizzando la meccanica della Mazda 323, crearono una futuristica berlina dalla forma a cuneo. Con la vernice dorata, l’enorme superficie vetrata e i fari a scomparsa, la MX-81 fece colpo al Motor Show di Tokyo; ma con il volante rettangolare incassato, il cockpit a schermo TV e i sedili anteriori oscillanti, la concept aveva probabilmente negli interni la sua parte più estrema. La concept in esemplare unico sicuramente rappresentava la sfida alle convenzioni dei modelli MX e portò alla successiva relazione con la Bertone; mentre elementi come i fanali posteriori montati in alto e i fari a scomparsa apparvero sulle future Mazda di serie negli anni ‘80.

Successiva nella genìa delle MX fu la concept car MX-02 del 1983, una cinque porte dalle fiancate piatte con grandi finestrini e aerodinamici copriruote posteriori e specchietti retrovisori esterni svasati. Fra le caratteristiche esclusive c’erano le ruote posteriori sterzanti e l’head-up display sul parabrezza. Il tema degli esemplari unici proseguì con la Mazda MX-03 del 1985, che era di nuovo una concept car dall’aspetto radicale, ma questa volta si trattava di una sportiva che sfidava le convenzioni e che era alimentata da un motore a triplo rotore da 315 CV.

Mentre le MX-02 e MX-03 condividevano alcuni degli stessi spunti di design futuristico, la MX-04 era completamente diversa. Svelata al Motor Show di Tokyo del 1987, la MX-04 era una sportiva a motore anteriore e trazione posteriore con pannelli in fibra di vetro rimovibili, ma non in un set unico bensì due diversi, il che permetteva di trasformare la vettura da una coupé con la parte superiore interamente vetrata a una roadster con fiancate aperte stile buggy da spiaggia. Spinta da un motore rotativo, questa sportiva che si trasformava in modo stravagante non ha mai avuto una reale prospettiva di produzione in serie, ma ben pochi sapevano che Mazda stava già sviluppando la MX-5 e, infatti, solo due anni dopo arrivò il più famoso dei modelli MX.

La concept MX-Sport Runabout del 2002 ha proposto in anteprima il moderno aspetto della seconda generazione della Mazda2, mentre la MX-Sportif del 2003 è stata la concept che prefigurava la prima generazione della Mazda3, un grande passo avanti rispetto alla Mazda 323 che andava a sostituire. La MX-MicroSport era una concept di hatchback studiata per gli Stati Uniti, presentata al Motor Show di Detroit del 2004, ma la concept MX degli anni ‘90 che ha davvero indirizzato la Mazda sulla strada di un’altra storia di successo che la distingueva dagli altri marchi, è stata la MX-Crossport del 2005. Ispirata alla sportiva Mazda RX-8, si trattava di un SUV dall’aspetto sportivo con passaruota scolpiti, fari sottili e linee di cintura audaci che anticipavano la Mazda CX-7, un’auto fondamentale che stabiliva come Mazda potesse realizzare un SUV elegante e sportivo con un comportamento su strada da berlina in grado di competere con i migliori SUV dei marchi premium. La MX-Crossport ha avviato una stirpe di pluripremiati SUV di successo che ha portato alle CX-5 e CX-30 di oggi.