Con l’arrivo del Suv Eletre (Cover Story in A&D n. 254), Lotus entra ufficialmente in una nuova era, fatta di prodotti che escono nettamente dal solco della tradizione della factory inglese avviandola verso un mercato di più ampio respiro. Quello che è un momento di cambiamenti epocali per un po’ tutti i costruttori, nel caso di quello di Hethel diventa un autentico balzo e richiede un approccio del tutto nuovo anche al design, che dovrà trasmettere l’essenza del marchio attraverso un nuovo linguaggio. Per capire come, in occasione debutto ufficiale in Italia di Eletre a Milano a metà settembre abbiamo raccolto le opinioni di Ben Payne, Managing Director del Lotus Tech Creative Center.

Con l’elettrico scompaiono i classici “simboli” della sportività, come grandi scarichi e prese d’aria. Quali saranno quelli nuovi?

«Sì, non ci saranno più terminal idi scarico e coperture trasparenti per i motori, anche se ci sono elementi come le prese d’aria di raffreddamento, che serviranno ai sistemi elettrici. Ma siamo in una fase di transizione in cui la clientela è ancora legata alle sensazioni visive del passato e occorrerà un po’ di tempo per individuare i nuovi segni della sportività. Ci stiamo inoltre cimentando in ambiti diversi da quello delle sportive pure e cerchiamo di dimostrare che è possibile applicare gli stessi principi ai nuovi prodotti. Il design saprà far emergere i contenuti tecnologici, magari esponendo nuovamente parte del sistema propulsivo, ed esprimere valori tecnici come la leggerezza e l’aerodinamica».

E all’interno? Le vecchie Lotus erano auto dall’impostazione quasi corsaiola, con abitacoli stretti avvolti intorno al conducente, mentre le nuove saranno auto da usare quotidianamente, per una clientela allargata. Come conciliare queste due nature?

«Soprattutto grazie alla tecnologia: offriremo modalità di guida sportiva che aiuteranno a concentrarsi sulla strada tramite strumenti come l’head up display, ma si potranno disattivare ottenendo informazioni più adatte alla guida in città, ad esempio».

Quali elementi della tradizione Lotus potremo riconoscere nelle linee dei modelli di domani?

«Appartenere a un marchio che è sempre stato pioniere di tecnologia e innovazione significa che si può guardare più al futuro che al passato e un modello come Eletre è differente da ciò che abbiamo fatto negli ultimi 30 anni. Trasmette un messaggio nuovo, è un veicolo a quattro porte dal profilo basso, passo lungo e un grande spazio interno, che esprime muscolarità e prestanza attraverso la pulizia delle linee e le ruote grandi».

Avete ricevuto input specifici da particolari mercati che hanno influenzato le scelte stilistiche delle nuove vetture?

«In questo momento il pubblico richiede alle auto elettriche soprattutto essere più efficienti e avere elevata autonomia, mentre il gusto va verso una globalizzazione che necessita sempre meno di soluzioni specifiche per questo o quel mercato».

C’è un brand nell’attuale panorama che considerate un competitor di riferimento?

«Porsche, per il percorso che ha seguito nell’evolvere da produttore di sole sportive a marchio più generalista e l’attuale posizionamento sul mercato, ma anche per il modello di business e l’impegno verso la sostenibilità».