

Pensare che il rovesciamento di alcuni concetti progettuali (la berlina al vertice finalizza il deciso passaggio alla trazione anteriore) e l’abbandono di alcuni stilemi tipici delle vetture scandinave abbiano leso i contorni dell’immagine tradizionale è azzardato. La diversa architettura e le mutazioni formali, semmai, l’arricchiscono ed appartengono alla metamorfosi generalizzata dell’automobile.
La S80, lo sostengono con forza i suoi creatori, è comunque in ogni senso una classica Volvo, con caratteristiche specifiche e preziosi contenuti meccanici e tecnologici che accentuano “appeal”, sicurezza, qualità, affidabilità e rispetto dell’ambiente. Hans Wilkman, responsabile del progetto P23 (sigla in codice), presentando la vettura nell’impianto centrale di Torslanda, vicino a Göteborg, non ha esitato ad affermare che copiare la maggior parte dei principali concorrenti sarebbe stato relativamente facile ma “avremmo rischiato di rimanere secondi.
Dovevamo offrire qualcosa di diverso per distinguerci ed accrescere il prestigio del nostro marchio”. E’ vero che il giudizio finale spetta in ogni caso al gradimento del mercato, tuttavia la S80 possiede le qualità essenziali per distinguersi e affrontare alla pari il confronto con le berline di eguale classe costruite da BMW, Audi e Mercedes.
Nella sostanza, la S80 è un’automobile da conquista e dalla doppia anima, quella di sapersi adattare con intelligenza e simpatia tanto ai gusti europei quanto a quelli americani (gli Stati Uniti rappresentano per Volvo il miglior mercato), e l’altra di poter esibire l’immagine di automobile tra le più sicure al mondo.
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