È la più europea negli Stati Uniti e la più americana in Europa, incarnazione di uno spirito cosmopolita che non pretende linee riconducibili a uno specifico paese d’origine; è fusione di caratteri, culture, stili di vita, modi di guidare. È la nuova Sebring, presentata da Chrysler alla stampa mondiale nel 2000. Alla berlina si è aggiunta nel settembre dello scorso anno la versione cabrio, completando, con alla PT Cruiser, le novità Chrysler di inizio secolo.
Il team di designer, guidato da Neil Walling e Trevor Creed, era chiamato a realizzare un progetto del tutto nuovo, ma di chiara identità Chrysler. Basata su un pianale originale, la berlina prende da altre vetture della casa solo motorizzazioni e trasmissione, mentre la cabrio eredita anche parabrezza e capote.
L’obiettivo dei designer nello sviluppo degli interni era di dosare razionalità ed emozione, per soddisfare le aspettative suscitate dagli esterni. Oltre ai consueti tratti distintivi Chrysler, il team ha lavorato sul consolidamento di alcuni aspetti già presenti nella Stratus. L’abitacolo avanzato consente un assetto rilassato del conducente e dei tre passeggeri, senza togliere spazio al bagagliaio, che ha una capacità di 442 litri. Un cambio automatico a quattro rapporti con sequenziale “autostick” e un regolatore elettronico di velocità, governano i 202 CV e 2736 cm3 di cilindrata della versione 2,7 litri e i 141 CV e 1995 cm3 della 2,0. Con una lunghezza di 4844 mm, spicca l’effetto dell’abitacolo avanzato, che riduce al minimo gli sbalzi: sia quello anteriore che quello posteriore superano di poco il metro.
La Chrysler Sebring, berlina spaziosa o vera cabriolet, sembra avere gli argomenti giusti per competere ad armi pari sui mercati internazionali con avversarie di più lunga tradizione.
L’articolo continua su Auto & Design n. 129