Dalla collaborazione tra Pininfarina e Hyundai arriva Matrix, monovolume con cui la casa asiatica punta al mercato europeo e che porta il marchio del designer torinese ben in vista sulla fiancata.
Lorenzo Ramaciotti – direttore generale Pininfarina Studi e Ricerche – si dice soddisfatto della nuova collaborazione con un’azienda coreana (dopo Kia e Daewoo), per la sfida che rappresentano i progetti provenienti da quella parte del mondo. Daewoo Tacuma e Hyundai Matrix sono veicoli della stessa tipologia, ma interpretati in modo del tutto diverso. Molto orientale la prima, con le sue linee tondeggianti; decisamente occidentale Matrix, più geometrica.
“Naturalmente – spiega Ramaciotti – grande è stata la nostra soddisfazione nel vedere su strada, senza variazioni di rilievo, un progetto affidatoci dall’azienda che, tra le coreane, ha più esperienza nello stile”.
Il lavoro di Pininfarina per Hyundai è stato molto veloce; dopo i primi schizzi di orientamento, a maggio 1998 i figurini erano pronti e due mesi dopo c’è stata la consegna del modello. Lo sviluppo si è basato su un pianale inedito – poi adottato per la Elantra – senza vincoli sul design esterno. L’ingegnerizzazione è stata curata da Hyundai, dopo approfonditi studi di fattibilità eseguiti da Pininfarina con i tecnici coreani. E infatti tra modello definitivo e vettura prodotta le differenze sono minime. Sono quasi tutte localizzate nel frontale, sempre giocato su due fari e una calandra di forma trapezoidale.
Per la plancia la scelta è caduta sulla proposta Hyundai, un design morbido con strumentazione centrale e con la penisola che “porta” la leva del cambio. “Nel complesso – conclude Ramaciotti – il lavoro ha soddisfatto entrambe le parti e apre la porta ad eventuali, ulteriori collaborazioni future”.
L’articolo continua su Auto & Design n. 129