Il debutto della nuova BMW serie 7 ha sollevato pareri contrastanti, soprattutto per alcune scelte che rappresentano una rottura con le precedenti berline della casa tedesca. Il terzo volume stratificato e il frontale con gli indicatori sopra i proiettori e simili a sopracciglia, uniti all’assenza del consueto profilo cuneiforme, hanno dato spazio a qualche critica.
Il direttore del design BMW Chris Bangle risponde così: “La maggior parte delle persone giudica in base alle fotografie, mai fedeli alla realtà. Lasciamo che l’auto si presenti da sola al momento della guida su strada”.
La vettura è il risultato della ricerca di un maggiore carattere sportivo, di un’evoluzione tecnica, e non ultimo di un vincolo materiale che ne ha influenzato le dimensioni. Ogni dieci anni la popolazione mondiale cresce di dieci millimetri, e alla BMW ne hanno tenuto conto, ampliando lo spazio per le gambe e per la testa, e di conseguenza l’intero package.
Il processo di design della serie 7 è iniziato nel 1997; gli studi si sono focalizzati su tre orientamenti principali: un modello più sportivo del precedente, uno più lussuoso e quello definito Avantgarde, un approccio più estremo. Il prodotto finale è una sintesi di queste tre opzioni, con molti elementi nuovi e un’immagine frontale decisamente aggressiva.
Gli interni sono una risposta all’era dell’elettronica, con il sistema di guida intuitiva “iDrive” e un abitacolo orientato sia al guidatore che ai passeggeri, che hanno la possibilità di intervenire con facilità sulle funzioni riguardanti il confort. Per risolvere eventuali problemi di confusione legati al grande numero di comandi, BMW ha suddiviso gli elementi funzionali dell’interfaccia uomo/macchina in tre livelli, in base a frequenza d’uso e importanza.
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