Apertura dedicata a oggetti che accompagnano molti momenti della nostra vita quotidiana per il capitolo Industrial Design di questo numero della rivista. Si tratta delle borse – piccole, grandi, valigie o cartelle – e del ruolo del design nella produzione di questo accessorio. Da baule ingombrante o borsone di cuoio di indubbio fascino ma di poca praticità, a oggetti per dimensioni, materiali e funzionalità in linea con la vita d’oggi, in cui il lavoro ci impone viaggi brevi e frequenti e in cui, conquista dell’epoca moderna, i bagagli li portiamo da soli. In una panoramica sul settore, l’articolo cita alcuni dei nomi storici che ne sono stati e ne sono protagonisti.
Valextra, marchio che dal 1937 si distingue per la ricerca e che ha meritato nel ’54 il premio Compasso d’Oro per il primo modello di cartella “24 Ore” (nome coniato dall’azienda stessa), caratterizzato dall’apertura perimetrale con cerniera fusa direttamente sul tessuto e da un accorgimento innovativo, che consente di estrarre documentazione professionale senza lasciare intravedere il contenuto dello spazio sottostante.
Mandarina Duck, che ha fatto dell’utilizzo di materiali sintetici e di forme e colori non convenzionali il suo tratto peculiare, come nelle collezioni Utility e Tank degli anni Settanta e Ottanta, dove tecniche di termosaldatura e di derivazione automobilistica sostituiscono i metodi tradizionali.
MH Way, il marchio fondato nel 1982 dal designer Makio Hasuike per la produzione di borse per vari usi professionali, e dei famosi tubi telescopici portadisegni. Lo speciale tessuto utilizzato per molti dei modelli della gamma è il Nylon Balistico, il materiale sintetico più tecnologico e resistente disponibile sul mercato, solitamente impiegato per la realizzazione dei giubbotti antiproiettile.
L’articolo continua su Auto & Design n. 132