Quarant’anni di prototipi Mitsubishi con circa un centinaio di esemplari, e un ultimo anno – da quando Olivier Boulay ha assunto il comando del design – davvero prolifico, fanno della casa giapponese una delle più attive nel campo della ricerca di stile.
Quattro concept car inedite – Space Liner, SUP, CZ2 e CZ3 Tarmac – hanno debuttato al salone di Tokyo nell’ottobre scorso (vedi Auto & Design n° 131), seguite quest’anno dalla SUP Cabriolet svelata a Detroit e, a Ginevra, dal Pajero Evolution 2+2. L’arrivo di Boulay segna un cambiamento profondo nel design del marchio dei tre diamanti, pur senza rinnegare la sua tradizione, fatta di una predilezione spiccata per l’egineering.
Per simboleggiare questo nuovo approccio, Boulay e il suo team hanno trasformato il logo del marchio: i tre rombi che lo compongono, ora in colore argento anziché rosso, si sono fatti più grandi e tridimensionali, estendendosi sopra la carrozzeria che viene modellata tutto intorno.
Particolarmente positiva l’accoglienza riservata debutto a Tokyo per le due concept car CZ2 e CZ3 Tarmac, che mostrano un design in linea con il gusto europeo, ma non rinunciano alla loro matrice culturale giapponese.
“Abbiamo esaminato – spiega Boulay – la produzione industriale giapponese nell’arco di molti anni. Per noi è un fattore essenziale, vogliamo integrare più elementi possibile che derivino dalla ricchissima cultura nipponica nell’ambito dell’architettura, della grafica o del packaging”. “All’esterno, prosegue Boulay, il volto Mitsubishi sarà sempre più riconoscibile”.
E’ previsto un gran lavoro per i sette centri stile che fanno parte del network mondiale del design Mitsubishi – due in Giappone e uno rispettivamente in Germania, California, Australia, Brasile e Taiwan. Il nuovo corso è appena cominciato.
L’articolo continua su Auto & Design n. 134