Si svolgono in contemporanea (fino al 6 e al 13 ottobre) due mostre che rendono omaggio all’opera di due personaggi molto noti nel panorama del design italiano. La prima, al Design Museum di Londra, celebra Gio Ponti con un ampio repertorio di foto, disegni, progetti realizzati nell’arco della sua carriera che abbraccia sessant’anni di architettura, arte e design italiano. La seconda, aperta ad Aosta, è dedicata a Michele De Lucchi e si intitola “Dopotolomeo” perché presenta i progetti di architettura e design dal 1986, anno di nascita della famosissima lampada Tolomeo disegnata per Artemide, a oggi.
Noto ai più per progetti come il grattacielo Pirelli di Milano (1956), la sedia Superleggera di Cassina (1957), o per il suo lavoro come direttore della rivista Domus, che fondò nel 1928 dirigendola fino al 1979 (anno della sua morte), Gio Ponti è considerato l’artefice del design italiano del Novecento ma fu anche pittore e poeta.
La mostra di Aosta parte invece da un periodo cui Michele De Lucchi non ha potuto assistere, gli anni Ottanta, ora ricordati per la loro superficialità, il loro clamore, la loro confusione. Sebbene figlia di quegli anni, la Tolomeo che ispira la mostra dedicata al maestro milanese ha avuto e continua ad avere una enorme fortuna, (è stata premiata con il Compasso d’Oro nel 1989), tanto da essere considerata alla stregua di uno spartiacque tra tutto quello che è stato realizzato prima, e quanto verrà realizzato dopo di essa.
L’esposizione raccoglie oggetti di design, come i vasi e le lampade di Produzione Privata, le lampade di Artemide, progetti di architettura, quali i modelli di centrali elettriche di Enel Produzione, dettagli fotografici e modelli delle Poste Italiane, architetture realizzate in Giappone, schizzi e curiosità.