Un confronto tra le strade degli Stati Uniti e quelle d’Europa, per individuare i motivi della differenza tra i prodotti destinati ai mercati di queste diverse aree geografiche. Lo compie Robert Cumberford nell’Opinion di questo numero di Auto & Design, prendendo spunto da una visita a New York in occasione della mostra “The Italian Avantgarde in Car Design”.
Un’analisi che mette in evidenza come le dimensioni e la funzionalità dei generi di vetture predominanti nei diversi Paesi, anche quando poco seducenti nelle linee o nel confort, derivino direttamente dall’utilizzo o dall’ambiente urbano cui sono destinate. Un esempio su tutti, gli Yellow Cab newyorchesi, ingombranti, spesso scomodi e sgangherati, ma perfetti per le strade della città e per il suo traffico. E poi i light truck che negli Stati Uniti raggiungono dimensioni per il Vecchio Continente impensabili e che vengono utilizzati proprio nei grandi centri urbani, dove possono battersi ad armi pari con le altrettanto imponenti automobili private e pubbliche.
D’altra parte, in Europa o in Giappone, dove le rete urbana è costituita da strade strette e congestionate, lo spirito dominante delle vetture è di compattezza e maneggevolezza e, anche se a New York verrebbero forse “annientate” da enormi pick up, a Tokyo o a Roma le automobili piccole sono l’unico modo per districarsi nelle vie del centro.
Alla luce di questo, è un peccato che una parte così significativa del design sia attualmente indirizzata verso una sorta di norma internazionale che bandisce dai veicoli caratteristiche nazionali e originalità.
Non sarebbe invece auspicabile che i paesi produttori di automobili aumentassero la varietà dei modelli che producono per il mercato interno, in modo che alcuni di questi risultassero adeguati anche ad altri Paesi?
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