L’intervento di Robert Cumberford nell’Opinion di questo numero fornisce un punto di vista importante per chi voglia tracciare un panorama del futuro del mercato automobilistico mondiale.
Un futuro che, nelle parole dell’autore, non appare certo brillante. A partire dagli Stati Uniti, dove la General Motors promuove i suoi prodotti agevolandone l’acquisto a scapito dei propri guadagni, per arrivare in Europa, dove situazioni come quella dell’azienda francese Matra, che ha recentemente chiuso a causa dello spostamento della produzione dell’Espace agli stabilimenti Renault e alla messa fuori commercio della Avantime, mandano segnali poco rassicuranti sul destino delle piccole e medie imprese automobilistiche.
Restrizioni simili sulla scena italiana non lasciano presagire nulla di buono per le attività di produzione in piccola serie di Bertone e Pininfarina. La Opel e la Peugeot progettano di costruire i loro modelli speciali nei propri stabilimenti. Bertone ha disegnato il nuovo coupé Alfa Romeo, ma l’Alfa ha deciso di costruirlo nelle proprie strutture. Se la Ford Street Ka non sarà un gran successo di vendita, cosa farà la Pininfarina per sostituire la cessata costruzione delle Peugeot decappottabili?
Nessuno nel settore automobilistico crede poi che la MG-Rover possa farcela dopo aver esaurito la dote BMW. Analogamente, vi sono indicazioni precise che gli stabilimenti della Saab saranno trasformati in linee di montaggio per le Opel, come è successo a quelli Vauxhall in Inghilterra.
È probabile che nei prossimi dieci anni le principali case automobilistiche si ridurranno a una mezza dozzina, ma è altrettanto probabile che fioriscano centinaia o più di piccole aziende specializzate, che costituirebbero uno sbocco utile alle migliaia di designer che escono dalle scuole di tutto il mondo.
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