Quando la Nissan presentò il suo concept di design Fusion al salone di Parigi 2000, sembrò logico ritenere che prefigurasse la futura Primera. E così è stato. La Nissan Evalia svelata all’ultimo salone di Ginevra, invece, apparentemente trasmetteva un diverso messaggio. Gli executive della casa giapponese hanno quindi chiarito che si trattava solo di uno studio di ricerca per una vettura del segmento C, non di una show car di preproduzione né di una possibile nuova versione dell’Almera.
Shuji Takano, sino al marzo scorso vicepresidente di Nissan Design Europe, il centro stile inaugurato di recente a Londra, spiega la filosofia di base dell’Evalia. «Avevamo lavorato a diversi progetti per una nuova vettura del segmento C, ma nel frattempo alcune proposte di modelli di produzione erano state cancellate, perciò stabilimmo di creare un vero studio di concetto».
Le dimensioni di base dell’Evalia (425 x 178 x 151 cm) sono tipiche della familiare a cinque porte europea media del segmento C, se si esclude l’architettura relativamente alta. Si tratta quindi di un veicolo “crossover”? «Preferirei piuttosto definirlo una fusione tra un veicolo convenzionale del segmento C e un monovolume», chiarisce Takano.
Il look del frontale dell’Evalia è in linea con l’identità di marca Nissan, anche se in forma evoluta rispetto agli attuali modelli di produzione. La parte posteriore ha offerto maggiore libertà di espressione ai designer.
L’abitacolo della vettura è alquanto originale e per certi versi persino innovativo. I sedili sono sottili e di proporzioni meno voluminose del solito per migliorare il packaging, i poggiatesta sono incorporati nello schienale dei sedili principali, la consolle centrale e il pannello strumenti rispondono chiaramente a esigenze di sportività e funzionalità.
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