Un parallelo tra le forme ricurve ed elaborate dell’architettura barocca e l’attuale tendenza del design automobilistico, riscontrata in modo particolare tra gli stand dello scorso salone di Ginevra, a ricercare nuovi orientamenti, per trovare nuove soluzioni per il futuro.

Così Robert Cumberford nell’Opinion di questo numero di Auto & Design traccia un ritratto dello stato di alcune case automobilistiche che da tempo hanno intrapreso una strada di rottura con il conservatorismo del passato, come la BMW di Chrsi Bangle, che nella definizione di un nuovo linguaggio formale ha investito molto lavoro negli ultimi tempi. O come un altro marchio, sempre tedesco, Audi, che in questo periodo di transizione rimette in discussione un passato fatto di linee e volumi “levigati” esplorando vie più complesse, come dimostrano le superfici articolate della concept Nuvolari.

La giapponese Subaru ha sempre prodotto veicoli interessanti ma dal design banale, scialbo e poco caratterizzato. A Ginevra, la concept car B11 S, per quanto discutibile, ha dimostrato una nuova consapevolezza dell’importanza dello stile. Con i bordi dei passaruota delineati in modo netto, il bagagliaio in stile BMW, il profilo della calandra simile a un modello in scala di quella della Bugatti “Brescia” e l’emblema al vertice superiore, non può che essere considerata un design barocco.

Questo termine non ha una connotazione peggiorativa; è semplicemente una definizione descrittiva del complesso styling di tutte le vetture citate. È auspicabile che, avendo rotto con alcune abitudini del recente passato, i designer continuino a sviluppare le loro idee in direzione dei vecchi e sperimentati standard applicati per tanti anni dagli italiani e da designer di altri paesi operanti a Torino: bellezza, eleganza e grazia.

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