Un iter di progetto fuori dal comune per una vettura che si discosta del tutto dal resto dei prodotti sul mercato. Ripercorriamo le fasi del progetto Pluriel, insieme a Donato Coco, chief designer responsabile della piattaforma A per lo stile Citroën.
Nell’ottobre 1998 Citroën presenta a Parigi il prototipo di ricerca C3 Lumière, che anticipa la berlina di produzione C3, ma le concept car pronte per il Mondial sono due: c’è anche la C3 Air, versione roadster che però non uscirà mai dal Centre de Création Citroën di Vélizy. La C3 Lumière ottiene un ottimo riscontro da pubblico e critica, ma ai designer resta il dispiacere di non aver potuto svelare anche la versione scoperta.
Dalla delusione nasce però una grande occasione. “Con le persone del prodotto ci siamo interrogati su quale direzione intraprendere”, racconta Coco. “Un clinic test ha rivelato che si trattava di un concetto molto attraente ma era necessario sviluppare, per il tetto, una sovrastruttura idonea all’utilizzo da parte degli utenti e rispondente a criteri ed esigenze di producibilità industriale”
Il team di Coco procede quindi alle necessarie evoluzioni tecniche e nasce così il “dimostratore” Pluriel, modello di stile asimmetrico che, per decisione del management, verrà presentato a Francoforte nel settembre 1999.
Il successo è straordinario e da quel momento tutto inizia a correre velocemente. L’ultimo trimestre dell’anno viene dedicato alla realizzazione di un nuovo modello di stile che adatta il concetto al pianale A, lo stesso su cui è in via di sviluppo la nascente C3 berlina, e nei primi mesi del 2000 inizia l’industrializzazione, affidata all’Italdesign Giugiaro e seguita in prima persona da Coco. Nel giro di un anno e mezzo la vettura acquisisce il suo aspetto definitivo, ed è pronta per il debutto al Salone di Parigi 2002.
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