Una conseguenza naturale, un passaggio inevitabile, quasi una emanazione scaturita dalle linee imponenti dell’ammiraglia Thesis, che trovano nelle ridotte dimensioni equilibri e declinazioni del tutto indipendenti. La Ypsilon resta la piccola di casa Lancia, ma trova nella terza generazione una nuova armonia con la gamma che prepara la strada a future interpretazioni del marchio. Un’aria di famiglia, presente dalle prime fasi del progetto, che si riconosce anche nella vettura finita, nella calandra verticale, nella linea del baule a trapezio rovesciato che riporta alla mente esemplari molto cari ai designer del Centro Stile Lancia, come la Aprilia e la Ardea.
Flavio Manzoni, direttore del Centro Stile Lancia, ha visto le linee della nuova vettura svilupparsi da lontano, dal momento che tra il 1999 e il 2001 era impegnato a Barcellona, all’interno del Centro Stile Seat: «Non ho assistito a tutta l’evoluzione del progetto, ma già nelle fasi preliminari avevamo sottolineato il legame naturale, stilistico e di concetti, che la Ypsilon avrebbe avuto con l’ammiraglia di casa».
Adriano Piovano, chief designer vettura, Marco Tencone, chief designer esterni, Massimo Gay, chief designer interni, e Roberto Corongiu, responsabile color & trim, spiegano ad Auto & Design le varie fasi di lavoro che hanno caratterizzato il progetto fino alla vettura finita, oggi sui mercati, e capace di attrarre su di sé le attenzioni positive di pubblico e critica.
L’ipotesi di una versione della vettura a cinque porte, analizzata in un primo tempo nella soluzione di un portino ad apertura controvento, precede la decisione del management Lancia di utilizzare il BMPV Fiat per creare un modello monovolume della Ypsilon, che sarà presentato nel 2005 e di cui Auto & Design pubblica i disegni più aggiornati.
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