La storia di una vettura che ha il difficile compito di sostituire, di nome e di fatto, un grande successo del passato. Silvia Baruffaldi percorre la varie fasi che dal concetto di partenza, la Ecobasic, attraverso la New Small e la Gingo, hanno portato sui mercati la nuova Panda, modello di casa Fiat che promette di reggere il confronto con la capostipite, uscita di produzione nel corso di quest’anno dopo 23 anni di vita.
In quasi un quarto di secolo le automobili hanno subito profondi cambiamenti, cui la nuova Panda risponde con un design che si presta a chiavi di lettura molteplici: a prima vista sembra quasi una mini-monovolume, impressione che permane anche a bordo, con il posto guida alto e il cambio sulla plancia. Osservata di fianco somiglia a una station wagon, mentre la vista posteriore a deciso sviluppo verticale ricorda un veicolo multispazio. Il tutto in 3,54 metri di lunghezza, misura ideale per una city car.
Humberto Rodriguez, coordinatore del design dei marchi di Fiat Auto, spiega l’evoluzione di un progetto complesso e composto di diverse strategie di lavoro, dalle prime fasi di progettazione interna al centro stile Fiat, alle proposte dell’Italdesign Giugiaro e della Stile Bertone, alla scelta del progetto di quest’ultima e alla sua definizione, allo sviluppo della vettura di produzione presso l’I.DE.A. Institute.
Oltre alla berlina sono state progettate la versione 4×4 – grande successo della Panda della generazione precedente – e la Simba, veicolo dichiaratamente SUV mostrato in anteprima al Motor Show di Bologna lo scorso anno e quindi in veste definitiva a Francoforte. Per l’arrivo sul mercato bisognerà attendere la fine del 2004, ma è già evidente oggi che la famiglia Panda è destinata a crescere nei prossimi anni.
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