«Fare la C2 dopo la C3 è stato davvero molto difficile. Nelle proposte iniziali era evidente che veniva fuori il carattere rotondo, bombato della C3 e che si ricreava una vettura molto simile. È stato dunque necessario cambiare direzione in modo drastico, lavorando su linee più squadrate, anche spartane, seppur basate sulle stesse misure della C3». Così Donato Coco, chief designer Citroën responsabile della piattaforma A, commenta il progetto per la nuova piccola della casa francese sulle strade ormai da alcuni mesi.
Le difficoltà iniziali sono state superate, trovando, nelle progressive fasi di studio del progetto, connotati dell’identità specifica della C2 capaci di distanziarla dalla sorella maggiore C3 ma anche dai prodotti concorrenti.
La linea di cintura spezzata, la verticalità della coda, il profilo più dolce, arrotondato, del frontale si sono fatti strada già nelle prime serie di bozzetti, per poi evolversi nei modellini in scala ridotta e definirsi con più decisione nelle fasi avanzate del progetto. Il tema finale, basato sulla proposta di Oleg Son, esprime la tensione delle linee, nel profilo laterale ma anche nell’impronta del frontale, ben integrata nel volume circostante, senza sporgenze. Il parabrezza molto inclinato, il profilo aerodinamico, il padiglione affusolato verso il retro e la coda tagliata creano un effetto di compattezza e grande dinamicità dell’insieme.
Entrando nell’abitacolo della C2 si trovano ancora molti punti in comune con le altre Citroën di basso segmento, e anche qui il lavoro di Edwin Jonas, chief designer interni, e Alessandro Riga, designer, ha portato a creare un’identità unica, basata soprattutto sull’uso dei colori, dei materiali e di dettagli caratterizzanti, come parti translucide nei pannelli porta e sulla leva del cambio.
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