Dopo anni di forme invadenti e coloratissime c’è una specie di inversione di tendenza nel campo dei piccoli elettrodomestici, come per sottolineare il valore di casa-rifugio nella quale circondarsi solo di oggetti utili, puri, “non troppo disegnati” e dall’interfaccia chiarissima. In una parola: bianchi.
Come archetipi di questo fenomeno valgono per tutti due esempi che, nonostante le loro diverse destinazioni d’uso, sono generati dalla medesima aspirazione: i computer (bianchi) della Apple e i piccoli elettrodomestici (bianchi) da cucina disegnati da Jasper Morrison per Rowenta e da Gorge Sowden e Hiroshi Ono per F.lli Guzzini.
I più recenti modelli di Apple Computer si devono alla creatività di Jonathan Ive, designer dell’anno 2003 (premio conferito ogni anno dal London Design Museum).
Sotto il segno del “Sorry, no beige”, a partire dal 2001 Ive ha disegnato bianchissimi modelli come l’eMac, l’ibook (portatile) e l’iMac 20 pollici, in un’idea di progettazione che procede per “sottrazione” e che dà origine a un prodotto pulito, ordinato, semplice.
Anche Jasper Morrison, come Jonathan Ive, punta all’eliminazione di segni: per Rowenta, marchio tedesco fondato nel 1884 e dalla fine degli anni Ottanta nel Gruppo Seb, ha realizzato il Brunch Set (tostapane, bollitore, macchina per il caffè), tutto giocato sui rapporti dimensionali, sui raggi di curvatura, sulle proporzioni.
Questi nuovi elettrodomestici utilizzano materie plastiche dai sofisticati effetti tattili e visivi, si caratterizzano per la semplificazione dei comandi e si conquistano una posizione al di fuori dalle mode, nel segno di un approccio analitico che identifica la forma come sintesi ed espressione non solo della funzione, ma soprattutto delle aspirazioni degli utilizzatori.
L’articolo continua su Auto & Design n. 146