Da oltre un quarto di secolo Auto & Design offre resoconto dell’attualità del design dell’automobile, dei suoi personaggi e delle sue creazioni, delle sue produzioni, dei suoi intrecci industriali e culturali. Con il numero 153, si inaugura una rubrica che intende offrire uno sguardo nuovo, più intimo, sul design dell’automobile. Questa serie inizia con Flaminio Bertoni, in particolare per onorare quest’anno il cinquantenario del suo capolavoro: la DS 19 della Citroën.
Il ritratto ripercorre tutto l’arco della vita del designer italiano, dalla nascita in Lombardia nel 1903 all’inizio della sua carriera come apprendista nella carrozzeria dei fratelli Macchi fino al suo trasferimento in Francia, nel 1923, alle carrozzerie Fleber.
In questo paese Bertoni farà molta strada approdando, nel 1932, alla Citroën, dove disegnerà il suo capolavoro, la DS.
E’ la vettura più d’avanguardia mai immessa sul mercato in Francia. Lo stile è folgorante, con il suo profilo aerodinamico bicorpo, i suoi fianchi lisci spogli di ogni ornamento, il cofano spiovente senza calandra, il pianale piatto, il posteriore sfuggente, le ruote carenate, la superficie vetrata senza angoli bui. L’abitacolo appare anch’esso del tutto inusuale con quella plancia strana, il volante monorazza e l’impressionante spazio dedicato ai posti posteriori, reso possibile dall’ampio passo.
Quando viene presentata alla Triennale di Milano, nel 1957, l’architetto italiano Giò Ponti le rende omaggio: “La DS 19 ha il coraggio di essere una macchina sincera. Non cerca come la produzione della scuola americana di sedurre l’acquirente con degli sgorbi multicolore, appariscenti, con l’abbondanza dei cromi: tutto uno sforzo per tutto nascondere. La Scuola Europea, invece, ascolta la tecnica”.
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