Il Salone di Tokyo dà modo di decifrare alcuni degli orientamenti che potrebbe avere in futuro l’industria dell’automobile giapponese. Su uno sfondo cupo, un mercato che perde velocità e l’obbligo morale di agire per il pianeta, si sente affiorare il gusto amaro della disillusione.
In Giappone è cosa risaputa: è tempo di pensare a delle soluzioni radicali per cambiare l’automobile convenzionale. Indesiderata nella città del futuro, condannata a profondi mutamenti per preservare ciò che rimane dell’ambiente, l’auto si rimette in discussione in Giappone ancor di più che altrove.
Questo è il sentimento ispirato dalla quarantesima edizione del Tokyo Motor Show svoltasi nell’ottobre scorso. Ogni due anni questo salone presenta una vetrina colorata ai suoi osservatori internazionali sempre molto attenti. Più che per i loro prodotti commercializzati, gli industriali nipponici qui si esprimono attraverso le concept car.
Dimostrano così la loro attitudine a rispondere alle aspettative dei consumatori e, anche quando la posta in gioco è forte, lo fanno in un modo ludico. L’importante è affascinare i numerosi visitatori di un salone che rimane il secondo al mondo, per frequentazione, dietro al Mondial di Parigi.
L’automobile sembra impigliata nelle sue contraddizioni. Deve allo stesso tempo sedurre e rassicurare. Come Carlos Ghosn, presidente di Nissan (e di Renault) che deplora un mercato in crisi e promette a tempi brevi delle vetture elettriche prodotte in serie, ma si mostra al volante della macchina più aggressiva del mercato: la nuova Nissan Skyline GT-R, con i suoi 480 cavalli sotto il cofano ed una violenza estetica sfuggita ai fumetti giapponesi. Stessa cosa per la Lexus, il marchio di prestigio di Toyota.
La sua futura berlinetta, battezzata LF-A ha la dichiarata ambizione di venire ad insidiare la Porsche 911. Con il suo motore dieci cilindri e il suo stile esasperato ne ha i mezzi; ma è questo il momento? Non è tuttavia il minore dei paradossi di un’industria condannata a convincere agitando delle proposte straordinarie… per vendere delle soluzioni pragmatiche. Lo spettacolo continua e dietro le cortine fumose, ingegneri e designer cercano delle soluzioni di ripiego senza avere i mezzi per applicarle rapidamente.
L’articolo continua su Auto & Design n. 168