Subito dopo il lancio della Delta HPE “concept” al teatro La Fenice di Venezia, durante la Mostra del Cinema del settembre 2006, i designer Lancia avevano promesso il massimo impegno per portare in produzione la vettura mantenendone lo stile, molto apprezzato anche dal pubblico del salone di Parigi qualche settimana dopo. Ora che la Delta di serie ha debuttato a Ginevra, la loro missione può dirsi compiuta.
Design e proporzioni sono stati rispettati. È rimasta intatta la percezione di una berlina
a due volumi dalle dimensioni importanti – è lunga 4,5 m – eppure compatta e dinamica nel trattamento del corpo vettura, con un fianco decisamente a cuneo che termina con un montante cospicuo e un fanale a sviluppo verticale innestato nella spalla. E, soprattutto, con un inconfondibile frontale Lancia, garantito dal grande scudo della calandra cromata.
Uno dei richiami più evidenti all’attuale gamma prodotto del marchio, insieme al trattamento bicolore della carrozzeria – cui si aggiunge il trattamento animato, e un po’ barocco, della presa d’aria inferiore. Nulla a che vedere, dunque, con le linee geometriche dell’omonima antenata, la Delta disegnata negli anni Settanta da Giorgetto Giugiaro.
Uno dei modelli più amati dai “lancisti” e ben impressa nella loro memoria specialmente nella versione Integrale. «Il parallelo è però più calzante con la Delta così com’era nata, molto più giocata sull’eleganza, una vettura compatta all’epoca alternativa alla Fiat Ritmo», osserva Lorenzo Ramaciotti, vice presidente Style di Fiat Automobiles. «Al di là del nome, trovo corretto interpretare lo spirito Lancia di fare vetture sempre diverse, come in questo caso».
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