Una Porsche non è semplicemente una vettura sportiva, ma la sportiva nel suo segmento di appartenenza. E’ un precetto che i designer del team guidato da Michael Mauer hanno sempre ben chiaro in mente e che si è rivelato ancora più fondamentale per il progetto della Macan.
L’idea di aggiungere un Suv compatto alla gamma Porsche rientra nelle strategie di ampliamento del portfolio prodotti voluto dai vertici Volkswagen, ed è proprio dalle sinergie del Gruppo che ha preso avvio la definizione di questo modello del tutto inedito.
«Il primo passo è stato compiuto dal Konzern Design per impostare un modello di proporzioni, come richiesto dal nostro presidente Martin Winterkorn», racconta Walter de Silva. «Abbiamo ipotizzato due varianti, una con una silhouette molto più coupé, l’altra con una volumetria maggiore ed è stata scelta quest’ultima».
Definite le proporzioni di base – con un corpo vettura dalla forte presenza su strada, piuttosto basso e largo per un Suv – il passo successivo è stato assicurare al modello nascente l’identità di marca, spiega Mauer: «Oltre ai tipici stilemi Porsche, quali le prese d’aria che costituiscono la griglia anteriore, i parafanghi più alti rispetto al cofano, o ancora la forma delle spalle posteriori possenti, abbiamo iniziato a ricercare nuovi elementi. Ad iniziare dal cofano motore avvolgente, qualcosa che nessuno ha in questo segmento e che appartiene piuttosto alle sportive da competizione. Sulla coda abbiamo invece lavorato accuratamente a dei gruppi ottici a Led dall’architettura tridimensionale, mediati dalla nostra esperienza sulla super-sportiva 918 Spyder: oggetti di grande fascino e precisione, che mostrano inoltre la direzione che intendiamo perseguire in futuro per questi componenti».
Seppure non vi siano innesti stilistici, sono molteplici i dettagli suggeriti dalle altre Porsche. Tra questi, il tipico disegno laterale dei cristalli e il tema del “flyline” ispirato alla 911. In fiancata, invece, l’area inferiore delle porte è rafforzata dal segno dinamico dei “sideblade”, elementi che possono diventare anche motivo di personalizzazione e che dimostrano coerenza con il linguaggio formale della 918 Spyder, auto di riferimento perché ha introdotto un’ulteriore evoluzione nel Dna della Porsche.
«Anche all’interno ci siamo preoccupati anzitutto di due aspetti: mantenere il feeling nettamente sportivo e garantire l’identità di marca». Dal momento in cui si apre la porta, ci si ritrova in un ambiente tipico Porsche.
Dall’analisi del progetto pare dunque che questo nuovo Suv abbia ereditato più cromosomi dalle coupé Porsche piuttosto che dalla sorella maggiore Cayenne. «Ciò è voluto», precisa Mauer, anche se la visione lo trova concorde: «La Cayenne è una vettura più grande e dalla vocazione in qualche modo più funzionale, non volevamo ricrearla in scala ridotta ma piuttosto realizzare un prodotto inedito. Se si osserva la linea della spalla della Macan si nota che ha lo stesso andamento semplice e inconfondibile della 911 Carrera e anche la sezione è di fatto uguale».
Sebbene l’origine del progetto sia frutto delle sinergie del gruppo Volkswagen, la Macan condivide solo il pianale e l’architettura delle sospensioni con l’Audi Q5, mentre tutta la meccanica è specifica Porsche, dai propulsori a una trazione integrale concepita appositamente per il modello.
L’articolo continua su Auto & Design n. 204