La piccola Mini a quattro posti, annunciata come icona del design automobilistico quando fu introdotta sul mercato, è rimasta un simbolo caratteristico di buon design fino alla sua rinascita sotto la gestione BMW. Ora è alla terza generazione e intende conquistare ancora una volta una nuova fetta di acquirenti.
Condotto da Stefan Göppel, sotto la direzione del precedente responsabile del design degli esterni Marcus Syring (e, nella fase finale, di Christopher Weil quando Syring è passato alla Rolls-Royce, l’anno scorso), lo sviluppo della nuova Mini aveva come obiettivo chiave mantenere gli elementi iconici dei modelli precedenti facendo contemporaneamente progredire il design.
«Abbiamo iniziato con l’incarico preciso di creare l’erede di un design di successo, che noi definivamo “eroe”», ha raccontato il direttore del design Anders Warming, entrato in Mini poco dopo la fase del bozzetto iniziale alla fine del 2010.
Utilizzando elementi del primo design di Frank Stephenson e della seconda generazione sviluppata sotto la direzione di Gert Hildebrand, il team di design ha iniziato a «costruire basandosi sulle icone» e a creare la fase successiva della storia del design della Mini.
«Mi riferisco sempre alla progettazione della Mini basandomi sul 50 per cento di innovazione», ha proseguito Warming. «Probabilmente, una proporzione eccessiva di innovazione non sarebbe gradita da molti fan irriducibili della Mini. Se, al contrario, facessimo passi più contenuti mantenendo il 60-70 per cento di tradizione e introducendo solo una piccola percentuale di innovazione, non faremmo bene il nostro lavoro».
Seguendo tale prerequisito, sono stati modernizzati elementi di design essenziali tipici delle Mini, come la calandra esagonale e i caratteristici fari arrotondati. Come previsto, la nuova Mini è cresciuta in tutte le dimensioni: è 98 mm più lunga, 44 mm più larga e 7 mm più alta rispetto alla vettura che sostituisce, pur mantenendo gli sbalzi anteriori e posteriori ridotti. Con il passo ruote allungato di 28 mm e le carreggiate anteriore e posteriore più larghe (rispettivamente di 42 e 34 mm) rispetto al modello che l’ha preceduta, offre maggiore spazio per le ginocchia, la testa e le spalle e un vano di carico più capiente che mai.
La realizzazione dei nuovi interni, curata da Tanja Schöller sotto la direzione di Oliver Sieghart, mirava soprattutto ad aumentare la qualità percepita, obiettivo raggiunto incrementando l’uso della tecnologia e di materiali sostenibili e di alta qualità, che di solito si trovano sui veicoli di segmenti superiori.
«Si può realmente premere il pollice nella nuova plancia e sentire che è imbottita fino in fondo», ha proseguito Warming. «È un processo di norma applicato sulle vetture dei segmenti delle Serie 3, Serie 5 e superiori».
Come ha sottolineato il direttore del design, anche il perfezionamento dell’ergonomia era della massima importanza nel nuovo design: «Una delle aree di focalizzazione per noi era creare sedili perfetti. Abbiamo realmente percepito una posizione di seduta ancora più bassa rispetto all’angolo di sterzata, alla posizione dei pedali e alla leva del cambio».
Gli elementi circolari e ovali sono una caratteristica delle Mini, come pure il display centrale principale, e poiché il marchio Mini ha verosimilmente capitanato la tendenza globale verso la personalizzazione, anche la nuova vettura offre ampie opzioni sotto questo profilo.
«Penso che il mio elemento preferito sia l’anello di Led intorno al display che i clienti possono personalizzare in movimento, impostando sul momento e in un batter d’occhio colori, funzioni, illuminazione ambiente e tutto ciò che desiderano», ha precisato Warming. «Si può cambiare la sua funzione e adibirlo a qualcosa di diverso».
Warming è entusiasta dell’anello di Led perché prefigura un nuovo livello di personalizzazione per l’interfaccia utente che la Mini intende adottare sui prodotti futuri. «Questo è l’inizio», conclude. «La Clubman Concept a Ginevra rappresenta il suo livello successivo e speriamo di introdurre molti di questi elementi in produzione…».
L’articolo continua su Auto & Design n. 206