Il Suv si evolve, diventa meno aggressivo e più “crossover”, ma non accenna a diminuire la sua popolarità in tutti i mercati. Un’intera gamma di veicoli sport utility declinati per ciascun segmento risulta dunque sempre più strategica: questo il messaggio consegnato a Ginevra da T-Roc. «L’importante però è che ogni modello abbia una sua netta personalità, come ogni vera Volkswagen», premette Walter de Silva, capo del design del Gruppo, presentando il prototipo che esplora un possibile nuovo Suv compatto per il marchio di Wolfsburg.
I designer Volkswagen guidati da Klaus Bischoff si sono messi al lavoro sul progetto per definire un veicolo intermedio tra Tiguan e Taigun, basato sulla piattaforma modulare MQB. «Ci voleva uno stile insolito, un effetto sorpresa per catturare il pubblico in un segmento dove esistono già altri concorrenti», racconta Bischoff, «rispettando però alcune caratteristiche tipiche della famiglia dei nostri Suv, come le proporzioni ben bilanciate, substrato indispensabile di ogni nostro progetto insieme alla qualità e la precisione delle linee».
Per esprimere l’unicità di T-Roc si è puntato anzitutto su un’inedita impaginazione del frontale. «Abbiamo definito una griglia ad architettura tridimensionale, estesa da passaruota a passaruota e con il logo VW orgogliosamente al centro», prosegue Bischoff indicando gli elementi esagonali in rilevo nella calandra. «Il tutto, completato da una “firma luminosa”: anche i fari hanno un aspetto unico, perché sono unità a Led non protette dalla solita lente trasparente e inserite invece in un elemento di metallo piegato che sottolinea tutta la griglia». Unico dettaglio circolare oltre al logo, i proiettori inseriti nella fascia inferiore, «ispirati alla Volkswagen Karmann Ghia Tipo 34», precisa Bischoff, «ma con una tecnologia ovviamente futuribile».
La strumentazione dietro al volante è digitale, e in questo senso la T-Roc si fa anche portavoce di una “rivoluzione” che coinvolgerà la prossima generazione delle vetture Volkswagen (vi sono molte aspettative in proposito per la nuova Passat in arrivo a fine anno). Il gruppo Volkswagen vi sta da tempo lavorando attivamente e l’Audi TT ne ha già mostrato i primi frutti: «In passato il televisore era incassato in grossi mobili ingombranti, ora è un foglio curvo: non possiamo pensare che l’auto non si inserisca in questa evoluzione», sostiene Walter de Silva. «Quello degli strumenti digitali è un trend importante per il design degli interni nel prossimo futuro, che va naturalmente condotto sempre con la massima attenzione alla sicurezza».
I tratti originali esterni non si limitano al frontale, ma proseguono nella vista laterale dove alle fiancate alte – robuste nei passaruota e snelle in basso – fa da contrappunto la vetratura sottile. Il padiglione è delimitato da un doppio arco che si estende fino alla base dei montanti, uno in alluminio ed uno più esterno, scuro, che comprende il tetto e lo spoiler. Asportando i pannelli che compongono la porzione centrale del tetto e abbassando i finestrini si ottiene un’accattivante cabriolet, effetto rafforzato visivamente dall’ampio montante posteriore che ricorda un roll-bar, mentre il disegno della coda continua a trasmettere l’immagine di un Suv dinamico e compatto dal look preciso e “tecnologico”, con fanali a sbalzo in cui proseguono le superfici delle spalle.
Nell’abitacolo a quattro posti domina il blu, con inserti in colore vettura che attraversano plancia e pannelli laterali. L’interno, inclusi i sedili, presenta una colorazione che sfuma dal nero alla base del finestrino al blu intenso del pavimento, con tappeti anch’essi blu.
L’articolo continua su Auto & Design n. 206