La Lamborghini Gallardo è stata il veicolo di maggiore successo mai uscito dagli studi di design del costruttore italiano di supercar. Nel corso della produzione decennale, oltre 14.000 esemplari della vettura progettata da Luc Donckerwolke nel 2004 hanno trovato posto nei garage di ricchi appassionati, il che rende la Gallardo la supercar più venduta del marchio.
Creare il modello di prossima generazione di un’automobile molto riuscita è sempre difficile, ma è esattamente ciò che è stato chiesto a Filippo Perini, responsabile del Centro Stile Lamborghini, e al team di design di Sant’Agata Bolognese. Il risultato è una supercar estrema ad abitacolo avanzato dalle proporzioni marcate, denominata Huracán come un toro spagnolo da combattimento della fine del diciannovesimo secolo.
«La Huracán non vuole essere solo una supercar, ma una vettura utilizzabile tutti i giorni», ha dichiarato Perini. «Per questo il nostro brief era comunicare la sua fruibilità quotidiana».
Con la trazione integrale e gli strabilianti 610 CV sempre disponibili erogati dal motore V10, la supercar risponde strategicamente alla domanda tecnica. Tuttavia, la Huracán ha un design meno aggressivo delle sorelle recenti, la Aventador, la Veneno e, ancor più di recente, la concept Egoista.
Mentre l’estetica spigolosa di queste vetture è diventata una caratteristica del marchio, la Huracán, decisamente più conservatrice, rifugge dalla grafica più audace a favore di un linguaggio delle superfici più pacato, che sfrutta a fondo la luce circostante. Il design globale è fondamentalmente privo di dettagli elaborati e la silhouette da monovolume è ancorata verso il basso da linee geometriche precise e superfici pulite.
Gli aspetti visivi identificativi del marchio, come la forma esagonale delle aperture della calandra, i finestrini laterali e le maniglie delle porte, sono numerosi e non manca un cocktail di elementi tipici Lamborghini, come la grafica dei gruppi ottici e dei fanali posteriori.
«La coda è molto tipica del nostro design. E’ molto estrema, incentrata sulla funzionalità», dice Perini, «un aspetto capace di comunicare il nostro Dna».
Secondo Perini, la decisione di rendere meno radicale l’estetica della vettura risponde all’esigenza di conquistare più clienti: «Abbiamo anche cercato di creare un design molto più pulito», ha spiegato. Questo perché volevamo trasmettere un po’ di sensualità, un po’ di morbidezza».
Ma è per questo che è o era nota la Lamborghini?
«Non vogliamo essere soltanto aggressivi», spiega Perini. «Vogliamo essere unici, ma ciò non significa caricare molto il disegno o lavorare con tanti elementi. La complessità di questo design consiste proprio nel suo essere molto semplice».
La Huracán è un’automobile tecnologica: ogni elemento del design è stato concepito per massimizzare le performance e ottimizzare l’aerodinamica e la deportanza, aspetto essenziale per una vettura di tali prestazioni. Questi elementi funzionali, tuttavia, sono stati celati per rendere il design più amichevole, senza l’aggressività di altri modelli della gamma.
Gli interni, che si ispirano alla concept car Marzal del 1967, alludono anch’essi agli aspetti tecnologici della supercar. Sono semplici e diretti, con tutti i comandi collocati ergonomicamente sul volante di guida e sulla console centrale flottante, facilmente raggiungibile dal guidatore. C’è molto poco che possa distrarre dalla funzione essenziale della guida.
Le bocchette di aerazione, collocate su una plancia dalla struttura classica, sono di forma esagonale, un elemento di design ripreso dagli esterni, il che conferisce un certo grado di armonia al feeling dell’abitacolo.
«Il progetto è stato condotto tutto in casa, a Sant’Agata Bolognese. E’ un design italiano», conclude Perini. «Tutto questo descrive la nuova Huracán, che contiamo sarà una nuova storia di successo per la Lamborghini».
L’articolo continua su Auto&Design n. 207