L’anima 500 incarnata in un corpo vettura offroad. Con un qualcosa in più, il fattore X che ne identifica la natura crossover, ingrediente di forte appeal per l’auto di oggi. «E’ una X generata dall’incontro di due frecce», premette Roberto Giolito, «disegnata attentamente perché non doveva evocare il segno di negazione, ma esprimere invece il convergere di esperienze, la risposta a molteplici esigenze di mobilità».
Un progetto portato avanti in tempi piuttosto brevi, grazie anche al brief molto chiaro, spiega Giolito, che in quanto capo del design FCA Emea lo ha gestito sin dall’inizio: «Volevamo creare una vettura baricentrica per la gamma Fiat, con un approccio diverso al segmento C, unendo valenze del mondo dei Suv e dei minivan compatti, con i cromosomi iconici della 500». Un processo di maturazione che fa tesoro dell’esperienza degli altri modelli del marchio, dal mini-Suv Panda Cross all’efficiente 500L, oltre naturalmente alla 500 con la sua forte personalità.
E’ nata così la 500X, definita seguendo un approccio per temi anziché le classiche divisioni esterno-interno-rivestimenti, spiegano Andreas Wuppinger e Virgilio Fernandez, responsabili rispettivamente del design Fiat e dell’interior design del marchio. «Prima di tutto si è trattato di portare la fisionomia 500 in una dimensione diversa, coerente con il segmento, decidendo che cosa cambiare e cosa mantenere per renderla immediatamente riconoscibile», dice Wuppinger sintetizzando due dei temi principali: l’appartenenza e quello che i designer hanno chiamato “effetto spinaci” (come nei fumetti di Braccio di Ferro), a simboleggiare la crescita e la forza immesse nella vettura nascente. Terzo importante tema in questa ricerca d’identità è il fattore X, «quell’insieme di caratteristiche magari un po’ nascoste, ma che si rivelano con l’esperienza d’uso negli elementi interni e nei materiali, così come nell’esterno», spiega Fernandez.
Il fattore X è presente sin dai primi bozzetti di ricerca. In uno di questi compare il disegno di un rinoceronte, ispirazione per l’attitudine della vettura. Ecco quindi nascere un frontale con occhi meno tondeggianti e dallo sguardo più determinato rispetto alla 500, con gli immancabili “baffetti” appena sottolineati da una sottile presa d’aria. Un’espressione decisa ma non aggressiva, «non avrebbe avuto senso aggiungere una di quelle griglie che sembrano voler mordere la strada», osserva Giolito, che fa notare anche la voluta pulizia del fianco, su cui si è evitata persino la linea di carattere che contraddistingue la 500 in favore di una soluzione semplicemente modellata, con il montante C che “spinge” in avanti come in un coupé, mentre la robustezza è assicurata dalle modanature protettive che circondano l’intero perimetro, archi passaruota inclusi.
Impegno costante in tutto il progetto, assicurare una crescita armoniosa, espressa chiaramente anche dall’interno. Gesti e abitudini degli automobilisti sono stati valutati attentamente, «sappiamo che le persone non si separano dai loro oggetti, amano portarli a bordo», dice Giolito, «per questo abbiamo insistito sul concetto di usabilità, di vettura che ti deve calzare come un guanto». Diversi e molto curati, quindi i vani portatutto, ad iniziare dal cassetto sulla plancia che si apre come il coperchio di un pianoforte. Notevole anche il lavoro sui sedili, risultato di un grande impegno per mantenere il look 500 applicato a sedute più contenitive, pensate anche per le prestazioni 4×4 della 500X.
Un “effetto spinaci” – robustezza, ma armoniosa – si percepisce anche nelle scelte materiche: «Dovevamo rimanere fedeli al carattere 500, ma in dimensioni diverse, con soluzioni contemporanee e innovative», dice Rossella Guasco, capo del color & trim di FCA, che illustra insieme a Serena Chionetti, designer del suo team responsabile per il progetto 500X, i tre temi individuati.
Una molteplicità di interpretazioni che sposa anche la scelta fatta per l’esterno, con due caratterizzazioni diverse della vettura: Urban, dallo stile chic e accattivante, e Cross, più avventurosa e dal look fuoristradale grazie alle protezioni anteriori e sulla coda, con tanto di skid plate. Panda Cross docet.
L’articolo continua su Auto&Design n. 209