Oggetti e accessori personali sono, e saranno, sempre più un ponte tra mondo fisico e mondo digitale. Si prospetta infatti per l’industrial design la sfida con un futuro prossimo dove a prevalere sarà la dimensione phygital – dall’unione delle parole physical e digital – in cui oggetti e persone vivranno sempre più in connessione. Ad essere potenziata anzitutto è la nostra sfera sensoriale (e si stanno studiando sistemi di apprendimento basati sulla connettività), così ad esempio le cuffie per l’ascolto della musica o il gaming sono in grado di farci interagire con il suono dell’ambiente in cui stiamo, permettendoci di scegliere la direzione di provenienza dei segnali audio come in uno scenario di realtà aumentata.

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Questo rimando alla virtualità lo si ritrova anche in prodotti come il frigorifero con porta-schermo che, dotata di sensori, svela il contenuto solo all’avvicinarsi della persona e in ambito commerciale funziona da efficace display pubblicitario.

Al di fuori della spettacolarizzazione della tecnologia e allo scopo di rendere più̀ fluida la gestione e l’organizzazione dell’abitare e del vivere, l’intelligenza nelle cose corre in aiuto ai piccoli problemi di sorveglianza quotidiana. Così la macchina fotografica offre uno streaming dal vivo per smartphone consentendo di monitorare gli ambienti, comunicando con tutto il “parco tecnologico” di casa e dell’utente.

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Wacom Bamboo Folio

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Ma anche la cura della nostra persona si affiderà ai sensori e all’intelligenza artificiale, allargando lo spettro delle sue applicazioni dai dispositivi ad uso medicale all’area benessere: per esempio con la spazzola da capelli che ne analizza lo stato di salute mediante un’app, oppure l’orologio smart, usato da molti per monitorare la forma fisica, che si presenta con un aspetto più rassicurante rispetto ai suoi esordi, stabilendo un nuovo standard per l’oggetto in questione.

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I sistemi di automazione, come visto, supportano sempre più la routine per fornire una risposta istantanea a specifiche esigenze nel momento stesso in cui queste si manifestano, per un design più a misura d’uomo. Come la culla di Fuseproject, sviluppata con un noto pediatra americano esperto nel sonno dei neonati: che è programmata per dondolare il neonato di cui rileva, con sensori e microfoni, il pianto. E ancora, esempio concreto di “internet delle cose” al servizio della salute è il premiato (Adi Index 2016) dispositivo smart pensato all’interno dello Smart Labs di Design Group Italia, per l’assunzione di farmaci in orari stabiliti. Da portare con sé e connesso alla rete per mettere in collegamento paziente, medico e farmacia.

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