A volte, un mutamento generazionale nel percorso di un modello impone una tale riflessione stilistica che le strutture visive vengono rielaborate in profondità, fin quasi a ridefinire il rapporto che lega il prodotto all’utente. È quanto accaduto per l’ultima evoluzione della compatta Kia: «Abbiamo raggiunto un nuovo livello di maturità», spiega Grégory Guillaume, a capo del design del marchio.
«Se la prima generazione, datata 2006, – prosegue Guillaume – rappresentava una proposta ben realizzata ma un po’ anonima, con la seconda, del 2012, il tiro era stato decisamente corretto, attraverso elementi come la cabina avanzata, il muso corto o gli angoli molto netti. Risultato?Un’auto che ha saputo attrarre l’attenzione, certo. Ma forse in misura fin troppo marcata. Adesso è il momento di virare verso un look più raffinato, capace di trasudare personalità senza urlarlo. Il brand ha acquisito sempre più autorevolezza, negli ultimi anni, e la forma oggi può e deve comunicare una sicurezza tranquilla».
Sul piano espressivo, la rinnovata impostazione si trasfonde nella linea di cintura assai più orizzontale e nell’abitacolo arretrato, che lascia spazio a un cofano maggiormente classico e slanciato. Le proporzioni, poi, giocano sui 23 mm sottratti all’altezza e sui 20 aggiunti alla larghezza, cui si accostano leggere variazioni negli sbalzi. Passo e lunghezza restano invariati.
Su tutto spicca la grande attenzione alla pulizia d’esecuzione: «Uno degli elementi che amo di più di questo progetto è che risulta preciso e controllato, per esempio in certi raggi di curvatura delle lamiere o nella fluidità con cui le linee principali corrono sul corpo vettura. Si tratta di aspetti che forse il cliente non nota subito, ma che in verità influenzano la sua percezione complessiva».
Anche all’interno il miglioramento si spinge soprattutto nella direzione di una maggior accuratezza formale, al netto della già valida qualità percepita. Il plus si cela però, ancora, nella ricerca di un carattere inedito: «Ora l’abitacolo è molto più orientato al guidatore – racconta Guillaume – sia nella concezione dei comandi, come dimostra la volontà di conservare un’interfaccia analogica per la strumentazione, sia nella posizione di guida ribassata».
Gli spazi, peraltro, si rivelano in crescita tanto sulla berlina quanto sulla wagon, svelate insieme allo scorso Salone di Ginevra. E in termini di fruibilità la terza Ceed serba altre succulente sorprese: «Stavolta non potremo proporre una variante sportiva a tre porte come in passato, perché non è più così apprezzata dal mercato. Dunque occorrerà una nuova formula per definire la carrozzeria più dinamica della gamma: la Proceed concept, esposta a Francoforte, nell’autunno del 2017, suggerisce una strada. Però non è l’unica allo studio…».
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