Rosse, violentemente belle, imponenti come sempre appaiono le supercar al chiuso di un Centro Stile, 812 Superfast e 488 Pista sembrano due atlete d’eccellenza che dichiarano con orgoglio il proprio ambire al massimo, anche se in discipline diverse. Entrambe vestono abiti la cui mirabile pulizia complessiva è squarciata da emergenze formali (fenditure, spoiler, scivoli aerodinamici) capaci di evocare drasticamente la sfera delle performance, talvolta attingendo perfino dal mondo delle competizioni.
«In Ferrari ogni vettura persegue un obiettivo preciso», racconta Flavio Manzoni, a capo dello stile di Maranello dal 2010. «Nelle granturismo, tendenzialmente, si avverte maggiore unitarietà visiva, con le linee che fluiscono libere e ininterrotte, pur nel rispetto dell’esigenza di gestire i flussi d’aria. Quando si tratta della gamma ad alte prestazioni, invece, le necessità tecniche diventano prepotenti e il disegno si fa per certi versi più complicato, ma anche più interessante. Per noi è una sfida».
Dispiegate sotto le luci al neon come bandiere del miglior made in Italy, la 12 cilindri di serie più potente di sempre e la variante spinta della “piccola” V8 sono lì a dimostrarlo. «Per la 812, la questione principale consisteva nel rimodulare i picchi di eleganza della F12, che una parte del management giudicava eccessiva. In sostanza, ci è stato chiesto di renderla più cattiva», interviene Andrea Militello, Lead Exterior Designer.
«Si voleva dimostrare che anche una vettura dall’architettura classica, con il grosso motore anteriore, potesse rivelarsi aggressiva rispetto alla concorrenza. Per questo, la fiancata giocava sul dinamizzare i volumi: oggi sembrano più raccolti grazie a linee che qui chiamiamo “picchiate”, cioè molto inclinate, al montante C raccordato diversamente e alla coda più corta».
Sul frontale, invece, sparisce l’Aero Bridge della progenitrice: «Le logiche cambiano completamente, perché qui non amiamo ripetere forme già note», sorride Alberto Agnari, Exterior Designer. «La composita presa d’aria anteriore raccoglie una girandola di funzioni, dal raffreddamento del radiatore, al centro, all’aspirazione motore, sugli angoli».
«Per indirizzare i flussi verso i freni si sfruttano nuovamente alcune parti della calandra, ma soprattutto le due aperture accanto ai fari, il cui perimetro si lancia verso il basso creando un vero e proprio motivo grafico. Nel complesso, l’architettura del muso è completamente riprogettata». Sulla coda, poi, la danza dell’aria si frammenta fra by-pass sui parafanghi (che riducono la portanza), estrattore attivo e lunotto separato dal piccolo sbalzo su cui si articola lo spoiler, che così risulta più efficace.
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