Giunta alla sua terza generazione con un’inedita architettura shooting brake, la Proceed rappresenta qualcosa di speciale per il direttore del design di Kia Europe Gregory Guillaume e il suo team. «Sono arrivato alla Kia il 1° gennaio 2005, quando la prima generazione della Ceed era praticamente finita», racconta riferendosi a quella che all’epoca si scriveva ancora “C’eed”, nuova berlina di segmento C progettata e prodotta in Europa.
Erano vetture ottime, anche se avrei preferito immettervi un po’ più di emozione ed è quanto ci siamo impegnati a fare poco dopo con la terza variante di carrozzeria, la tre porte Proceed».
Quel tocco di dinamismo e passione in più avrebbero influenzato tutta la famiglia Ceed in futuro. «Quando si è trattato di disegnare la seconda generazione della Ceed abbiamo ripreso la ricerca là dove eravamo giunti con la Proceed, mentre per quest’ultima ci siamo spinti ulteriormente avanti, rendendo i volumi ancora più emozionali.
Ecco perché la Ceed di seconda generazione mostra aspetti marcatamente dinamici come il profilo a cuneo e un’architettura “cab-forward”», prosegue Guillaume. «Con la terza generazione, le cose erano cambiate. Avevamo posizionato il marchio Kia là dove volevamo che fosse, il pubblico ormai lo percepiva in modo differente rispetto anche soltanto a cinque anni prima, consapevole delle sue qualità.
Abbiamo quindi ritenuto che per la Ceed III si potesse giocare con proporzioni diverse, spostando l’abitacolo più indietro e creando una silhouette più orizzontale».
I designer di Kia del centro stile di Francoforte si stavano quindi apprestando a disegnare anche la terza Proceed, quando hanno ricevuto una cattiva notizia: il segmento delle vetture a tre porte in Europa continuava a declinare e non era previsto quindi un successore.
«Potete immaginare quale effetto abbia avuto sul morale del team di design. La Proceed era sempre stata la nostra “baby”, e il primo progetto su cui mettevamo al lavoro i giovani designer arrivati in azienda era la Proceed GT. Da parte mia, quando ne vedevo una per strada la percepivo come un’ambasciatrice di ciò che la Kia è, dei nostri valori, giovinezza di spirito, emozione, sportività».
Nella difficoltà i creativi sanno però cogliere un’opportunità. «Ci siamo detti che la Proceed non dipendeva tanto dall’essere tre porte quanto dall’incarnare quei valori che dovevano essere portati avanti nella famiglia Ceed con un modello della gamma. Così ci siamo messi subito al lavoro per reinventarla in un altro body style, realizzando numerosi modelli in scala che esploravano tipologie assai diverse per taglia, dimensioni e proporzioni». Un lavoro di ricerca altamente fruttuoso, che ha coinvolto anche i colleghi di altri reparti, dal prodotto al marketing, alle vendite.
(Articolo completo in A&D n. 234)