«Il 2019 si rivelerà un anno esplosivo per Seat, il momento in cui finalmente presenteremo i primi frutti della nostra nuova strategia di stile», svela con incisivo entusiasmo Alejandro Mesonero-Romanos, a capo del design della Casa spagnola. «Il precedente ciclo di rinnovamento si era avviato nel 2012, con il lancio dell’attuale Leon, seguita poi da Ateca, Arona e dall’ultima Ibiza. Si è trattato di un tassello importante per la costruzione dell’identità di marca. Adesso, però, siamo pronti per un ulteriore avanzamento: fino a tutto il 2020 debutteranno quattro nuove vetture dalle forme molto significative».
Così, se nella coda e nel profilo delle fiancate restano percettibili alcune influenze legate alle sorelle già a listino, accade che soprattutto nel frontale si manifestino i tratti del nuovo corso: «Non direi che trasmetta aggressività, ma nell’insieme risulta di certo più “importante”. Adesso appare maggiormente verticale, integra gruppi ottici più incassati e capaci di trasmettere un effetto di tridimensionalità, muta fisionomia rispetto a quanto proposto finora. In tal modo l’auto acquisisce una “presenza” decisamente più matura».
Imprescindibile tessera del rinnovato mosaico formale appare l’inedita calandra che, oltre ad acquisire una cornice più spessa ed elaborata, dialoga con i fari: «Per la prima volta abbiamo voluto tracciare un legame virtuale fra il profilo della griglia e le luci, creando un contatto pressoché diretto fra le rispettive aree. Una scelta che, pur declinata in modo diverso, permarrà sui prossimi modelli, come del resto l’intero layout del muso».
Sorprendentemente, anche la rassicurante vista posteriore cela una singolare anteprima del futuro. È costituita del lungo listello rosso che unisce centralmente gli elementi luminosi laterali, quasi a suggerire una sensazione di unitarietà visiva e precisione. «Resterà di sicuro sulle altre vetture in arrivo.
Adesso diversi costruttori mostrano di voler giocare con la medesima idea, ma quando abbiamo cominciato a svilupparla per la Tarraco, circa tre anni fa, rappresentava una novità assoluta. E soprattutto, oggi come allora per noi la decisione non verte intorno all’eventuale nascere di una moda, bensì al desiderio di citare il nostro stesso passato: a fine anni Novanta buona parte della gamma, dalla Toledo all’Alhambra, esibiva un componente simile».
In abitacolo, il rinnovamento si dirama nella direzione della semplicità e della rinuncia ai volumi smaccatamente massicci. «La carrozzeria comunica già all’esterno solidità e robustezza, rimarcare tali caratteristiche all’apertura di una portiera potrebbe risultare ridondante e scorretto. Per quanto possibile, abbiamo quindi puntato sulla pulizia e sull’assenza di “inquinamento” visivo. In questo senso, peraltro, vi è un passo avanti rispetto all’impostazione delle odierne Leon e Ateca».
(Articolo completo in A&D n. 234)