Nella pirotecnica esplosione di interpretazioni che traccia l’universo delle crossover, ormai tipologia egemone fra le forme dell’automobile, è sempre piacevole incontrare proposte germogliate nell’ambito un processo creativo meno ortodosso di altri. Grégory Guillaume, a capo del design Kia, riserva a tal proposito un racconto che prende le mosse da lontano: «Quando abbiamo iniziato a disegnare l’attuale Ceed berlina, pensavamo che nella gamma sarebbe stata introdotta una variante sportiva a tre porte, come accaduto per il modello precedente».
«Poi ci si è resi conto, quasi all’improvviso, che le auto prive di aperture posteriori non riscuotevano più l’apprezzamento di un tempo, così i piani industriali sono cambiati rapidamente. Contemporaneamente, però, l’immagine del marchio guadagnava in dinamismo: non si poteva certo immaginare di rinunciare a una versione seducente e grintosa. A quel punto, per noi designer è cominciata una sfida».
L’intrigante ricerca di un concetto in grado di reinventare la formula in declino ha spinto a selezionare due idee capaci di stagliarsi sulle altre: una peculiare shooting brake a cinque porte, poi concretizzatasi nella Proceed, e una vettura rialzata ma frizzante, vivace. Quest’ultima, tanto convincente da ricevere anch’essa l’approvazione della dirigenza, trova oggi la propria realizzazione nella XCeed. «All’inizio pareva quasi che la famiglia delle compatte dovesse contare un’unità in meno, in seguito ne ha annoverata una in più».
«Questa peculiare gestazione ha cambiato tutto. Se fossimo partiti disegnando una tranquilla crossover per famiglie, il prodotto definitivo sarebbe apparso assai diverso. L’esigenza di sostituire un modello che poteva essere definito “sportivo”, senza alcuna esitazione, ci ha spinto a concepire lo stile in maniera assai più espressiva».
L’abitacolo rappresenta poi un’altra evidente manifestazione di tale tensione verso una rinnovata ricerca qualitativa: la plancia risulta infatti inedita, benché apparentemente simile a quella delle sorelle, arricchita da comandi ancor più avanzati e capace di osare un approccio cromatico decisamente incisivo, giocato sui dettagli a contrasto. Pare quasi che la qualifica di crossover, oggi, conduca i progettisti a prodursi in soluzioni particolarmente appaganti e ricercate.
Gli spazi, infine, non dovrebbero deludere rispetto alle concorrenti dai tratti esterni più marcati: «Nonostante le superfici ricche di curve e le carreggiate piuttosto ampie, che rendono il tetto otticamente stretto, la larghezza interna si attesta su valori pressoché identici alle altre Ceed, compresa la wagon. I padri e le madri non troveranno nulla da eccepire», conclude Guillaume con un sorriso.
(Articolo completo in A&D n. 238)