«Un taglio netto col passato, una trasformazione totale». La conversazione con Klaus Bischoff, responsabile del design della marca Volkswagen, che abbiamo incontrato al centro stile a Wolfsburg, inizia con un concetto chiaro: la ID.3, prima elettrica del costruttore tedesco costruita sulla piattaforma Meb, ha il compito di rivoluzionare l’immagine e la percezione di Volkswagen.
«Da questo momento presenteremo prodotti completamente diversi dal passato. Tutto cambia, non offriremo più solo automobili, ma servizi di mobilità», racconta il designer tedesco. Una sterzata che ha effetti diretti ed evidenti sul design delle vetture elettriche del costruttore, che Bischoff chiama “ID family” e di cui la compatta ID.3 è capostipite.
«Con la ID.3 inauguriamo i nostri nuovi pilastri stilistici. Il primo, la piacevolezza, richiama il passato: la Beetle o il nostro mitico furgoncino T1, sono vetture che suscitano allegria e la ID.3 non fa eccezione. Non è stata però un’operazione di retro design anzi, abbiamo scelto uno stile super moderno con poche linee e un trattamento molto curato delle superfici». Il secondo principio è l’essenzialità, ottenuto con un design pulito senza elementi superflui. Poi c’è la logica: «La ID.3 verrà utilizzata tutti i giorni, quindi è razionale e pratica».
I primi passi per la creazione della vettura sono stati mossi all’inizio del 2016 e hanno portato nello stesso anno alla presentazione della concept ID al Salone di Parigi. «Siamo riusciti a mantenere moltissimi elementi del progetto iniziale», spiega il designer tedesco. «Guardandola frontalmente percepiamo uno stacco col passato, ma la riconosciamo subito come Volkswagen».
Al centro del frontale spicca il nuovo logo, al debutto su questa vettura, che sarà retroilluminato in Usa e Cina, ma non in Europa: «Le regole dell’Ue non permettono l’uso di un logo acceso in movimento, sarebbe associabile a un’informazione pubblicitaria». I due proiettori hanno Led intelligenti le cui firme luminose disegnano due occhi in grado di seguire con lo sguardo il proprietario della vettura: «Come può non esserti simpatica?», dice sorridendo Bischoff.
Dal frontale partono due linee, superiore e inferiore, che circondano l’auto, «proprio come sulla Beetle originale». Il design team ha scelto il nero per il tetto e per parte del portellone del bagagliaio, creando l’illusione visiva di una vettura più bassa. La rivoluzione continua negli interni dove, se non ci fosse il logo sul volante a ricordarcelo, sarebbe difficile dire di trovarsi su una Volkswagen.
(Articolo completo in A&D n. 239)