Fin dal suo esordio la nuova Land Rover Defender è stata un caso di design. Un fenomeno non ancora concluso perché dopo la 110 a cinque porte è arrivata più compatta 90 e in futuro la famiglia Defender si allargherà ulteriormente. Ne abbiamo parlato con Massimo Frascella, Land Rover Design Director.
Quale delle due versioni, 90 e 110, è nata per prima?
Le due versioni sono nate insieme cercando un equilibrio tra l’iconicità della 90, probabilmente l’erede più diretta della Defender del passato, e il dinamismo della 110, più pratica e versatile. All’inizio ci siamo concentrati sul concetto cercando di realizzare un linguaggio formale fortemente basato sulle proporzioni e sulla presenza su strada, l’abbiamo evoluto a “design language” e applicato ad entrambe le versioni.
Tutto è iniziato con la concept LR1. Quanto è vicina la Defender di produzione al prototipo?
È incredibilmente vicina. Il concept è stato il culmine del lavoro creativo che abbiamo portato avanti per diverso tempo e ci ha aiutato a definire le forme sostanziali del nuovo Defender. Grazie alla LR1 concept abbiamo capito l’enorme potenziale di questo modello e che eravamo sulla strada giusta. Ricordo l’euforia di tutti durante una presentazione interna del modello con Mr. Tata durante la quale un prototipo è sceso da una rampa ripidissima: quel giorno è rinato un mito.
Per capire l’importanza di questa concept basta osservare la Defender di serie: in tutti questi anni le abbiamo avute entrambe nel centro stile una vicina all’altra e sono due gocce d’acqua. Ogni volta che le osserviamo ci rendiamo conto di aver portato a termine la missione. Non è stato un percorso facile, ma tutti i dipartimenti, dal design all’ingegneria al marketing, hanno lavorato con lo stesso entusiasmo.
Non avete provato un sentimento di paura nell’approccio a un veicolo così iconico?
C’erano due modi per affrontare il progetto Defender: sentire il peso di una storia così importante oppure quasi dimenticarlo e andare a ruota libera lasciando parlare la passione. Quando ti relazioni con un mito guardare nello specchietto retrovisore non fa bene al progetto che sta nascendo perché rischi di essere schiacciato da un peso.
L’immagine del Defender è talmente definita che sarebbe stato impossibile non creare un link di collegamento col passato senza cadere nel retro design. L’ultima cosa che volevamo fare era avere una versione retrò del veicolo, ma la nostra intenzione era riproporre un Defender adatto e in linea con il nostro tempo, perfettamente contemporaneo e che rispondesse alle esigenze dei nuovi clienti.
E quali sono i nuovi clienti del Defender?
Sapevamo che alcuni dei più tradizionalisti non avrebbero probabilmente seguito la via di questo nuovo Defender. Credo tuttavia che sia necessario guardare avanti: oggi questo veicolo è in grado di affrontare percorsi in fuoristrada ancora più difficili rispetto al suo predecessore, ma allo stesso tempo offre grandi livelli di tecnologia e confort.
L’anno scorso ho fatto un bellissimo viaggio in Italia con il Defender partendo dall’Inghilterra, percorrendo migliaia di chilometri e affrontando anche diversi percorsi off-road: con la precedente generazione non sarebbe stato possibile ottenere un tale livello di comfort. Lo spirito è invece lo stesso in un mix tra sicurezza, totale assenza di limiti, affidabilità.
Quali sono i profili cliente che vi siete immaginati per 90 e 110?
Entrambe sono vetture estremamente dinamiche e spaziose. Il 110 ha un livello di praticità maggiore, le cinque porte soprattutto per chi ha dei bambini possono fare la differenza. Il 90 forse si presta maggiormente a un uso urbano e si ricollega all’immagine iconica del Defender: il suo carattere particolarmente definito è per un cliente che cerca forse di più un collegamento con il mito del passato.
Avete riservato per la 90 alcune peculiarità stilistiche?
Gli elementi di design generale sono sostanzialmente gli stessi. Entrambi i modelli, ad esempio, hanno il medesimo angolo d’attacco e di uscita, gli sbalzi molto corti e il famoso montante quadrato. Questo elemento grafico così importante e distintivo ristabilisce quella proporzione che ci deve essere tra vetratura e carrozzeria che potrebbe altrimenti risultare troppo allungata. D’altronde quale vettura al mondo, se non il Defender, può permettersi di avere un quadrato come montante?
E il domani di Defender quale sarà?
Guardiamo a tutte le opportunità possibili per un veicolo così importante. Storicamente il Defender è sempre stata una vettura declinata in moltissime versioni differenti appartenenti alla stessa famiglia. In questo senso abbiamo grandi possibilità per il futuro, fa parte del Dna del modello. Il design che abbiamo sviluppato si presta a moltissime interpretazioni più o meno radicali di un tema riconducibile a uno stesso modello. Potremmo fare un paragone con lo sviluppo del brand Range Rover: inizialmente contava in gamma un solo modello, poi sono arrivate la Sport, l’Evoque e la Velar.