Torino è una città da sempre animata da una moltitudine di carrozzieri, designer, artisti legati al mondo dell’automobile. Nel Novecento, soprattutto, non si contavano le società che gravitavano intorno alle quattroruote. Molti nomi sono presto scomparsi: uno di questi è Testadoro, azienda attiva dal 1946 al 1949, che torna in vita oggi grazie a Dario Pasqualini, artista-imprenditore che insieme al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (Mauto) darà vita a un’interessante iniziativa battezzata Arte di Boita. A metà strada tra la mostra statica e la performance, riprodurrà nell’arco temporale di sei mesi il lavoro delle “boite”, di quelle officine dove sapienti artigiani davano forma a vetture in serie limitata, prototipi e one-off che hanno fatto la storia dell’automobile italiana e non solo.
Avvalendosi di due battilastra, Pasqualini mostrerà ai visitatori del Mauto come si realizza una vettura con i metodi di un tempo. Partendo dal modello in clay fino ad arrivare al montaggio finale utilizzando anche un mascherone di legno. Così spiega il progetto Pasqualini: «Vogliamo mostrare alla gente la cultura della produzione artigianale, quella che ha portato alla nascita di vetture semplici, realizzate con metodi tradizionali e materiali classici come l’alluminio, l’acciaio, il legno, i tessuti. Niente plastica, su questa vettura, che si chiama Testadoro Essenziale e che, da un punto di vista stilistico, riprende l’aspetto delle berlinette Anni 50 e 60».
Pasqualini ha scoperto il marchio Testadoro (che deve il suo nome per il caratteristico colore delle testate dei motori) nel 2017 e lo ha rilanciato dopo 70 anni di oblio. Pasqualini ha prima creato la Barchetta 1951, omaggio a una vettura rimasta incompiuta. Ora si cimenta con la Essenziale, che però prenderà forma su un modello esistente che, avendo telaio e motore omologati, potrà anche circolare su strada.