Chi si sarebbe mai immaginato il ritorno della leggendaria Alfa Romeo 33 Stradale? «Abbiamo colmato un’assenza che durava da 57 anni con un progetto nato da un sogno di tutto il Centro Stile Alfa Romeo», ci racconta Alejandro Mesonero-Romanos, responsabile del design Alfa Romeo che incontriamo a Torino al Centro Stile del Biscione. «Chiunque faccia il nostro lavoro vorrebbe avere l’occasione di confrontarsi almeno una volta con un’auto così speciale e abbiamo preso al volo questa opportunità unica».
33 esemplari tutti diversi
Davanti a noi la “Fuoriserie” disegnata dal team dei designer di Alfa Romeo per trentatré selezionatissimi clienti e che fino a quattordici mesi fa era solo un bellissimo sketch: «Tutti avevamo il desiderio di tornare con un modello così esclusivo, ma ovviamente era cruciale la sua sostenibilità. Così al Gran Premio di Monza del 2022 abbiamo mostrato i disegni ai primi appassionati e potenziali clienti per vedere le loro reazioni: un successo entusiasmante», continua Mesonero.
Evoluzione naturale
Un principio cardine ha guidato il progetto: non cadere nella trappola del retro-design: «Ciò che maggiormente accomuna è proprio lo spirito con il quale i due progetti hanno preso vita. Oggi come allora la 33 Stradale è un’auto bellissima e altamente prestazionale. Volevamo creare una naturale evoluzione, come se la produzione del mitico modello del 1967 non si fosse mai interrotta, ma solo evoluto, generazione dopo generazione. Dovevamo innovare e non emulare». Una filosofia che appartiene alla storia di auto mitiche, oggetti diventati vere icone che incantano gli appassionati da decenni, come la Fiat 500, la Porsche 911, la Mini.
Frontale inconfondibile
La nuova 33 Stradale ha moltissimi punti in comune con la sua progenitrice: dalla pulizia formale delle superfici alla muscolarità dei volumi e altri chiari elementi distintivi come le porte a elitra, la possibilità di aprire tutta la vettura (cofango, portiere e vano motore) e la reinterpretazione in chiave moderna del disegno dei fari. «Il design di tutto l’anteriore la rende unica. Quei fari così vicini alla strada (li separano dall’asfalto appena 20 centimetri, ndr) sono inconfondibili, lo stesso vale per lo scudetto in alluminio incastonato al centro».
Ridurre all’essenziale
La 33 Stradale è nata in un tempo relativamente breve (è stato fresato un solo modello di stile) e con la partecipazione attiva dei clienti, selezionatissimi appassionati e collezionisti Alfa Romeo proveniente da ogni regione del mondo. Una delle richieste più condivise, quella di tenere una pulizia formale sostanziale sia dentro che fuori: «Dovevamo ridurre all’essenziale tutte le possibili appendici, mentre il divieto assoluto è stato sancito per lo spoiler. Per questo la produzione è stata affidata a Touring Superleggera ad Arese e a Torino: un tale livello di artigianalità si poteva raggiungere solo affidandosi a una carrozzeria di così grande esperienza».
Materiali “veri”
I clienti chiedevano un contatto con la vettura che fosse il più fisico possibile. Addio, quindi, a grandi display, nell’abitacolo troviamo solo la strumentazione digitale racchiusa nel cannocchiale e un pannello touch a scomparsa sul tunnel centrale. «Cercavano un’auto da guidare, da toccare, da sentirsi addosso». Una direzione che ha influenzato anche la scelta dei materiali: «Alluminio, carbonio, pelle, Alcantara: tutto è reale. Nessun compromesso né sui materiali né sulle prestazioni». A proposito di prestazioni la cura dell’aerodinamica è stata maniacale e sfidante, nonostante si partisse da una base nobile (la piattaforma e alcuni componenti tecnici sono condivisi con la Maserati MC20).
(Articolo completo in A&D n. 263)