Sono poche le ore di luce in Scandinavia in questa stagione e Volvo ha quindi scelto il clima mite e la luminosità di Barcellona per il test drive della EX30, la più piccola crossover della Volvo a propulsione puramente elettrica. L’avevamo scoperta al debutto a Milano nel giugno scorso, ne abbiamo raccontato la genesi nel numero di settembre di Auto&Design, ma è vista e provata su strada che questa vettura così innovativa rivela tutto il suo carattere.
Compatta lo è davvero, con i suoi 4,23 metri di lunghezza (è larga 1,84 ed alta 1,55 m), anche se la “size impression” è ben maggiore, sia osservando la EX30 da fuori, sia – e ancora di più – all’interno grazie all’architettura tipica delle vetture elettriche, con pavimento piatto e meno ingombri meccanici. Il design esterno contribuisce senz’altro a un aspetto importante, da vettura premium (con alcuni tratti in comune con la sorella maggiore EX90) senza però pesantezze visive.
Su strada si rivela agile e molto confortevole, precisa e divertente da guidare nei percorsi ricchi di curve azionando la modalità recupero di energia. Abbiamo provato sia la versione dual motor da 428 CV, sia la più “ragionevole” da 272 CV con motore singolo a trazione posteriore; quest’ultima rappresenta una combinazione ideale in abbinamento alla batteria di taglia maggiore da 69 kWh, con un’autonomia dichiarata di 475 km.
Il design interno ci aveva piacevolmente colpito per la sua essenzialità e il test dinamico non nega la prima impressione, benché durante la guida lo sguardo continui a cercare un qualche schermo dietro al volante e non risulti molto spontaneo rivolgersi al tablet al centro della plancia per visualizzare, ad esempio, le indicazioni del navigatore. La plancia risulta decisamente vuota e protagonisti dell’abitacolo sono i materiali, molto scandinavi (quattro le ambientazioni, che i designer chiamano “stanze”: Breeze, Indigo, Mist e Pine) e inediti nell’automotive, derivati ad esempio dalle fibre di lino lasciata a vista o da olio di pino di provenienza svedese, oltre che ovviamente dal riciclo di altri materiali post-consumo, dal PET al tessuto dei jeans.
Alcuni risultano confortevoli, come i tessuti misto lana-poliestere che rivestono i sedili, altri un po’ basici alla vista e al tatto ma molto attuali nella loro composizione che non nasconde la presenza di particelle di plastiche riciclate, un trend per altro assai diffuso, come testimoniano le spesse suole delle sneakers più alla moda. Spicca così per contrasto, quasi a controbilanciare tanta essenzialità, la maniglia apriporta in metallo lucido. Un elemento solido e facile da individuare, che funziona di concerto con un segnale che avvisa dell’eventuale avvicinarsi di una bicicletta nel momento in cui si sta per aprire la porta: siamo sempre a bordo di una Volvo, protezione e sicurezza vengono prima di tutto.