Nel mondo dell’auto gli aggiornamenti di stile sono frequenti: si dà una rinfrescata al look, si cambiano alcune finiture, si limano i dettagli per restare al passo con i tempi. In agricoltura è tutto diverso. I mezzi vengono ridisegnati solo quando c’è una grossa innovazione tecnica che giustifica il cambio di look. È quello che accade con la mietitrebbia New Holland CR11, che oltre a essere la più grande mai realizzata, stabilisce anche nuovi standard in tema di produttività e contenimento degli scarti di grano.
La forma segue la funzione
Gli ingegneri dello stabilimento belga di Zedelgem che l’hanno progettata si sono interfacciati con il centro stile torinese di CNH, casa madre del brand New Holland, guidato da David Wilkie per dare forma a questo rivoluzionario mezzo. «Sono molto soddisfatto di questo progetto – ha dichiarato Wilkie – perché se sulle auto “design is king” sui mezzi da lavoro la forma segue sempre la funzione. È quindi più difficile proporre il cambiamento, che è sempre dettato da necessità tecniche. Su un mezzo così evoluto e significativo, tutti sono stati d’accordo sin da subito sulla necessità di mostrare quanta innovazione ci fosse sulla CR11. Erano 20 anni che il linguaggio stilistico delle mietitrebbie New Holland non cambiava».
Un nuovo linguaggio stilistico
Il design prescelto si è affermato non solo per un’estetica interessante, ma anche perché facile da replicare su tanti mezzi diversi da loro. Ha infatti dato origine a un nuovo linguaggio stilistico per New Holland, che è stato definito “Inspired by Nature” e che viene declinato anche su altri mezzi, il baler (presentato ancor prima della mietitrebbia, anticipandone di fatto i design criteria, sebbene questa fosse già definita) e il trattore T7 Methane Power LNG.
Efficienza al centro
«Il linguaggio stilistico che definisce la New Holland CR11 rappresenta una nuova signature del brand – ha spiegato Giampiero Vietti, Senior Designer di CNH – che è stata applicata poi ai nuovi trattori. C’è tutta una nuova generazione di cofani che seguono lo stile nato con la mietitrebbia». Sono varie le fonti di ispirazione che hanno dettato il design di questo mezzo. «Per quanto molto grande – ha aggiunto Vietti – questa CR11 voleva sottolineare nelle forme il concetto di efficienza e di capacità di integrarsi nell’ambiente. Per questo ha questa fiancata gialla, colore che da sempre distingue le mietitrebbie New Holland, molto sinuosa e scultorea, mentre tutto il resto è nero. Anche quella sorta di presa d’aria che si nota al centro del pannello carrozzeria serve a snellire le forme».
Rimandi alle supercar
C’è una forte ispirazione al mondo dell’auto e in particolare alle forme sinuose delle carrozzerie delle vetture sportive. Questi rimandi alle supercar rendono i veicoli decisamente più attraenti. Sulla CR11 è stata comunque la componente funzionale a guidare il design, ma la volontà di dare leggerezza al mezzo ha costituito un punto fermo. «Inoltre – ha aggiunto Vietti –, con il nuovo corso stilistico abbiamo introdotto il fregio grafico blu: è un elemento visivo ispirato al processo di lavorazione che avviene all’interno della macchina, diventando una sorta di firma che consente di riconoscere l’appartenenza al brand New Holland anche da lontano. Per assurdo, si potrebbe identificare il marchio del costruttore anche se questo non fosse riportato in alcun logo. Per questo si è adottato quello stesso fregio anche su altri prodotti».
Color&Trim da Ferrari
L’ispirazione automobilistica è evidente altresì in cabina. Come sempre, è stata la funzione a dettare lo stile, ma per le finiture interne si è voluto riprodurre l’ambiente tipico delle vetture super sportive. Sono state di forte ispirazione le soluzioni di Color&Trim tipiche degli interni Ferrari, con rifiniture precise e colorate accostate ad una dominante scura delle superfici. «I nostri interni sono sempre stati chiari – ha spiegato Wilkie – ma per la CR11 abbiamo deciso per un cambio epocale, all’insegna del nero. Con interni scuri e cuciture a contrasto la qualità percepita è più alta».
(Articolo completo in A&D n. 264)