“Va bene così com’è, perché volete cambiarla?”. È la domanda che i designer Dacia si sono sentiti puntualmente rivolgere dialogando con i clienti della Duster per comprendere come far evolvere un modello di grande successo in una nuova generazione dai contenuti più attuali. «Dovevamo inserire più tecnologia, ottimizzare i consumi, rispettare nuove norme, ma è stato subito chiaro che andava preservato il concetto di grande semplicità di utilizzo che caratterizza la Duster da sempre», spiega David Durand, direttore del design Dacia.
Si parte dalle proporzioni
Il progetto è partito dall’impostazione delle proporzioni sulla base della piattaforma CMF-B, inedita per Duster ma già impiegata per le ultime generazioni di Sandero, Logan e successivamente per Jogger. «Abbiamo variato alcune dimensioni, senza però ingrandire troppo il corpo vettura», prosegue Durand. «L’altezza è leggermente ridotta, così come lo spoiler è un po’ più basso per migliorare l’aerodinamica e quindi ridurre i consumi. Doveva avere un’immagine ancora più stabile e robusta. La linea di cintura è più alta e il cofano è più orizzontale, volevamo che fosse visibile anche dall’interno per percepire il volume anteriore durante la guida».
Look meccanico
Il corpo vettura è stato quindi definito con linee tese e decise, assemblando elementi semplici e ben distinti, con un taglio molto verticale del frontale, un portellone ampio e delle protezioni laterali che danno ancora più forza al design. Tema grafico ricorrente – anche all’interno – è il segno ad Y che caratterizza i gruppi ottici, mediato dal nuovo logo Dacia, sinora applicato ai modelli della gamma come “face-lift”, mentre la nuova Duster è la prima vettura disegnata completamente ex-novo con questo emblema che Durand descrive come «meccanico nel look, ricorda la praticità e la robustezza di un attrezzo da lavoro che usi per anni, affidabile e super resistente».
Materiali riciclati
L’immagine della nuova Duster è rafforzata anche da un ancora più dichiarato spirto outdoor, sottolineato da una gamma colori ispirata alla natura e dalle protezioni laterali che corrono lungo tutto il perimetro inferiore, archi passaruota inclusi, oltre all’elemento verticale lungo il taglio della porta anteriore. Le plastiche sono in Starkle, nuovo materiale messo a punto dagli ingegneri Dacia, con puntini a vista che ne dichiarano la provenienza in parte da post-consumo e il simbolo del riciclo per evidenziare l’ulteriore riciclabilità. Anche all’interno prevalgono il senso paratico e la sostenibilità.
Mai più cromo
«Abbiamo eliminato completamente il cromo, che implica processi inquinanti, e la pelle perché ci sembrava avesse poco senso a bordo di una Dacia, abbiamo un ottimo rivestimento in TEP gradevole e resistente. E per i colori abbiamo del cachi, del vede scuro, o gli accenti rame dell’allestimento Extreme, tutto molto ispirato alla natura e all’outdoor, come mo-strano anche gli accessori disponibili per la vita all’aria aperta». Tra questi c’è senz’altro anche il Pack Sleep che consente di disporre di un letto matrimoniale, un tavolino e un’area di stoccaggio.
Pensata per l’outdoor
Anche i clienti che non intendono trascorrere la notte a bordo della Duster apprezzeranno molto un accessorio intelligente come YouClip, semplice e funzionale aggancio per svariati piccoli oggetti, dallo smartphone alla borsa a una lampada, o quant’altro si voglia trasportare e tenere a portata di mano. Lo avevamo visto sulla Dacia Manifesto: «Quella concept è stata fatta velocemente mentre la Duster era ancora top secret, volevamo mostrare che eravamo al lavoro sulla nostra nuova immagine. YouClip è solo il primo di molti accessori che renderemo disponibili su tutte le Dacia in futuro. Così se cambi modello potrai portare sempre con te gli accessori preferiti».
(Articolo completo in A&D n. 265)