Non si vede tutti i giorni una scultura in grado di viaggiare a 350 all’ora. Ma quando dietro ci sono la mano di Flavio Manzoni e le matite del suo team abbiamo ormai imparato che tutto è possibile. «Con la Ferrari F80 abbiamo voluto soverchiare tutti i codici. Andare oltre, creare qualcosa di unico», racconta Manzoni che incontriamo nell’e-Building di Maranello, lo stabilimento inaugurato a giugno e progettato da Mario Cucinella dove da gennaio verranno costruite le nuove Ferrari. «Fin dai primi disegni di quattro anni fa l’intenzione era realizzare da subito una vettura che si riferisse al futurismo, che fosse un manifesto anche dei nuovi canoni stilistici Ferrari: abbiamo lasciato la dimensione umana per avvicinarsi a qualcosa di più avanguardista ispirato all’aeronautica: un ufo su ruote». La F80 appartiene alla categoria Supercar, quella che a Maranello si traduce in prestigio e sportività: 799 gli esemplari prodotti, 3,6 milioni di euro il prezzo, e un’eredità decisamente ingombrante visto che le antenate si chiamano LaFerrari, Enzo, F50, F40 e 288 GTO. Un modello ideale, quindi, per sperimentare nuove idee, progettato con l’intenzione di rimanere immortale.

«L’aerodinamica è stata al centro del progetto da subito, volevamo addirittura provare a realizzare una monoposto per la strada, ma ragionando con ingegneria e marketing siamo riusciti a stringere i sedili grazie a una cabina completamente orientata verso il guidatore. Così abbiamo risparmiato 50 millimetri e sfruttato tutto lo spazio possibile», continua Manzoni. Il risultato è davanti ai nostri occhi: la F80 ricorda un disco volante con un abitacolo perfettamente incastonato nel corpo vettura e 50 millimetri più compatto rispetto a quello della LaFerrari. Come per tutte le Ferrari di ultima generazione, il binomio tra la parte superiore in tinta carrozzeria e quella sottostante in fibra di carbonio verniciata permette di esaltare il design della vettura, rivelando le funzioni tecniche in seconda lettura.

Sulla F80 si è cercato di evitare un effetto antropomorfo del frontale della vettura: i proiettori anteriori sono dissimulati all’interno di un visore, una sorta di schermo nero dalle funzioni sia aerodinamiche che ottiche che rende la F80 particolarmente originale. Il posteriore, caratterizzato dal tema a coda tronca, prevede due configurazioni: una con l’ala mobile riposta e l’altra con l’ala sollevata. I gruppi ottici si trovano incastonati all’interno di un doppio livello, composto dallo specchio di poppa e dallo spoiler, con l’idea di creare un effetto a sandwich che attribuisce al posteriore un carattere molto sportivo in entrambe le configurazioni. Alla velocità ci pensa il motore derivato da Formula 1 V6 turbo da 1.200 cavalli, 900 termici e 300 elettrici, abbinato a un sistema ibrido a 800 Volt.

Le funzioni sono state risolte dal punto di vista del design in modo da creare una perfetta relazione tra performance e forma. Alcune di esse, legate alla termica e all’aerodinamica, sono state integrate in modo molto caratterizzante: per esempio, il canale che convoglia l’aria verso l’aspirazione motore e i radiatori laterali in stile “NACA” è un elemento iconico, oltre che funzionale, e definisce uno dei temi di stile più originali della fiancata. Altro elemento funzionale, ma dal forte valore simbolico, è rappresentato dagli sfoghi d’aria della dorsale: sei feritoie, pari al numero dei cilindri del motore termico, definiscono un’inaspettata relazione tra le linee precise e geometriche e le superfici plastiche della vettura.

La F80 ha anche un nuovo volante con geometria della corona ridotta di 70 mm sull’asse verticale per aumentare la visibilità e la sensazione di sportività durante la guida. «Una forma inedita che consente di vedere bene il cluster in tutte le posizioni e non ingombra la in alcun modo il guidatore. La sicurezza rimane al primo posto, ancora di più quando si viaggia alle velocità supersoniche che questa F80 è in gradi di raggiungere», conclude Manzoni.