Decisamente latina, a partire dall’incisiva sensualità delle superfici, ma soffusa di uno spirito improntato all’accoglienza, al volume: l’ultima espressione del marchio più dinamico della galassia Volkswagen, culmine di un riuscito percorso evolutivo, muove verso nuovi ambiti d’uso senza negare troppo l’abituale carattere.

Senso di tensione
Perfino il rapporto fra lamiera e cristalli, disegnato da una linea di cintura decisamente sostenuta, «suggerisce un’impostazione protettiva per i passeggeri» nel racconto del direttore del design Jorge Díez «e al contempo concorre a creare un senso di tensione».

“Giovane e combattiva”
Quest’ultimo termine pare animare l’intero progetto, insieme a una più ampia visione comunicativa: «I tratti decisi producono un’aggressività utile non solo a fini formali, bensì perfetta per trasmettere la nostra immagine di Casa giovane e combattiva». Non a caso il dialogo fra curve sensuali e geometrici gradini si dispiega uniformemente sull’intero corpo vettura, segmentando la coda e trionfando nel frontale «a muso di squalo, che permette di allungare il cofano e imprimere una spinta in avanti al profilo, come già accaduto per il restyling della Formentor».

Una duplice natura
Pur con una lunghezza fuori tutto superiore di soli sette centimetri, la Terramar si configura dunque quale “sorella maggiore” capace di coronare la gamma in chiave marcatamente più matura e votata al pubblico familiare, avvalendosi del resto della più avanzata piattaforma MQB Evo. «Puntiamo molto sulle coppie moderne con figli, amanti della vivacità progressista dei prodotti spagnoli pur se desiderose di serietà e contenuti. D’altronde, il nome stesso del modello, scisso fra solidità del suolo e moto delle onde, rappresenta tale duplice natura».

La missione di Cupra
Soprattutto, la carrozzeria vibra di un sottile intento di provocazione che «richiama la missione Cupra di creare desiderio e si manifesta non già attraverso criteri fissi, rischiosi per la differenziazione delle singole vetture, bensì tramite la ricerca di un certo sapore complessivo e la peculiare declinazione di un elemento come il triangolo, pungente e tribale al punto giusto».

Energia e confort
«Anche nell’abitacolo si gioca su un approccio energico e confortevole», spiega infine Díez. «La consolle orientata verso il pilota e i sedili specifici inducono a godere al meglio della guidabilità, le tre varianti di finitura puntano su diverse atmosfere più che su distanze qualitative, il bagagliaio può contenere fino a 630 litri col divanetto posteriore in uso». Per un equilibrio fruibile e selvaggio.

(Articolo completo su A&D n. 269)