Il Salone Auto Torino, a fine settembre, ha sancito il definitivo sbarco in Italia del colosso Dongfeng che secondo l’attuale consuetudine introduce in un sol colpo vari brand dalla personalità marcata come Voyah e Mhero, destinati a competere negli affollati segmenti medi e superiori con Suv a benzina e ibridi e il mirino puntato su bestseller europei.
A Dongfeng, inteso come marchio, va invece il compito di presidiare le fasce più popolari, incluso il segmento B, difficile anche per chi può vantare un rapporto prezzo/contenuti favorevole come appunto i costruttori cinesi. Ci prova schierando accanto ai Suv compatti Huge e Mage la piccola Box, un’utilitaria elettrica di 4,02 metri con stile e contenuti di livello ma un prezzo d’accesso poco sopra i ventimila euro.
Sviluppata da Dongfeng Nammi, specializzata in modelli elettrici di prezzo accessibile, è un’esponente del “boxy style” e ha forme verticali a garanzia di ottimi spazi interni, ma un aspetto valorizzato da un sapiente uso di linee curve, inserti nelle fiancate e colorazione del tetto a contrasto. Osservando il design dei fari anteriori e della coda non si fa fatica a immaginarla nella gamma dei marchi Mini o Smart, confermando l’ispirazione ai brand europei “fun” e aspirazionali.
L’interno mostra tocchi originali come il rivestimento morbido a effetto trapuntato della plancia con cinghie in cuoio. Il quadro digitale e il grande display da 12 pollici confermano la tendenza generale alle interfacce “Tesla oriented” dei prodotti cinesi, infatti tutte le funzioni di bordo e i settaggi della guida si impostano dal menù, mentre sopravvivono alcuni comandi fisici come la regolazione degli specchietti, al suo posto sul bracciolo.