Appassionato di vetture d’epoca ed esperto di vini della Borgogna, Jean-Pierre Ploué, 62 anni, ex Chief Design Officer di Stellantis, sostiene che qualsiasi carriera non abbia significato «se slegata dalle passioni».
A proposito di passioni, quali sono i suoi hobby?
«Mi piace collezionare orologi. Non parlo di oggetti troppo costosi, ma di segnatempo pratici. Ho diversi Seiko e in particolare amo la linea disegnata da Giugiaro. Il mio preferito è lo Speed Master Chronograph con il quadrante inclinato per facilitarne la lettura mentre si guida».
E le auto?
«Condivido questa grande passione con alcuni dei miei figli. Ho una piccola collezione di modelli storici che ho raccolto negli anni: una Citroën 2CV del 1958, una DS del 1957, una Land Rover Defender a passo corto, ma mi piacciono anche le sportive come la Ferrari 512 BB che considero una delle auto più belle degli Anni 70 e l’immortale Jaguar E-Type. Utilizzo queste auto ogni volta che posso e mi trasmettono sensazioni davvero speciali: il profumo che c’è nella mia 2CV è lo stesso di quella che aveva il mio bisnonno: il mercoledì andavamo a pesca insieme e mi fa ricordare quei momenti».
Quali sono i suoi progettisti di riferimento?
«Inizierei con l’architetto francese Jean-Michel Wilmotte: rimango colpito dall’eleganza di tutto ciò che riesce a progettare e credo che abbia una capacità unica di rendere leggere alla vista le sue opere. Tutta questa grazia si riflette anche nel suo carattere: è un amico e ricordo un magnifico viaggio a Teheran insieme. Adoro anche Philippe Starck, le sue opere riescono a essere popolari e uniche al tempo stesso, con un tocco di poesia. Infine, Zaha Hadid: moderna, visionaria, i suoi progetti ti portano nel futuro e sono davvero appassionanti».
Quando ha realizzato che voleva diventare un designer?
«Fin da piccolo mio padre mi lanciava delle sfide per costruire oggetti meccanici performanti utilizzando il Meccano o i Lego. Ho sempre cercato di alimentare questo mio inte-resse e mia madre venne a sapere che a Besançon c’era una scuola di progettazione di orologi che aveva una sezione dedicata all’architettura d’interni. Lì ho capito che avrei potuto fare il progettista e dopo il Master Degree alla Ensaama School di Parigi sono andato a lavorare in Renault come designer. Una professione che non ho più lasciato, in cui la passione e le emozioni generate dalla creazione sono sempre presenti».
Qual è stato l’incontro che ha dato una svolta alla sua carriera?
«Nei primi anni 2000 lavoravo a Parigi come capo del design di Citroën, all’epoca parte del gruppo Psa. Un giorno mi telefona Gregoire Olivier che era a capo della strategia e mi chiede di occuparmi anche del design del marchio Peugeot con l’appoggio della famiglia Peugeot. Fu una grande soddisfazione per me, le vendite di Citroën stavano andando molto bene anche per merito delle loro forme. È stato un incontro fondamentale per la mia carriera che mi ha permesso di arrivare a dirigere poi il design di otto marchi».
Oggi quali città dettano i trend?
«Se parliamo di lifestyle Lisbona sta crescendo molto in termini di eventi che si sposano con il fascino di una città di mare, con il tipico ritmo portoghese attento alla qualità della vita. Se ci riferiamo all’innovazione in tema di nuovi servizi di mobilità le città del nord Europa come Amsterdam e Copenaghen sono un riferimento, ma anche tutto il Continente asiatico è mosso fortemente da una spinta tech. Per il fashion Parigi e Milano sono due poli importanti, mentre per il design Torino è ancora molto attrattiva. A dimostrarlo è anche l’interesse crescente di aziende cinesi che hanno a Torino i loro centri stile».
Ha vissuto a Torino?
«Sì, credo sia una città fantastica e piacevole in cui vivere per la sua posizione geografica: è a misura d’uomo, le montagne che la incorniciano generano panorami stupendi e offrono belle opportunità di viaggi in auto e vicino ci sono le Langhe, un luogo che permette di accontentare le altre mie passioni: buon cibo e vino. Sono nato in Borgogna e faccio parte della Confrérie des Chevaliers du Tastevin: una delle più antiche confraternite di intenditori di vino di Borgogna».

