L’automobilismo coreano sta vivendo una sorta di “epoca d’oro” della sua storia e i marchi di Hyundai Motor Group si sono distinti anche al Car Design Event Classic. Nato dai giornalisti Des Sellmeyer e Jens Meiners, il Car Design Event è uno dei “figli del Covid”. All’epoca avevano creato una sorta di “Car of the Year” tedesco, ma durante la pandemia, le case portarono le auto ai giurati per i test. L’esperienza con un concept Genesis, affascinante ma fuori contesto, ispirò l’idea di un evento dedicato esclusivamente al design e alle concept car.

Grazie ai contatti con il Drivers and Business Club di Monaco, l’idea del Car Design Event prese forma. Come racconta Des Sellmyer, una chiacchierata con Luc Donckerwolke e Mark Lichte diede il via al progetto, con il loro pieno supporto. Fin dall’inizio, l’evento unì esposizione e guida, includendo anche auto classiche. Dal successo della prima edizione nacque l’idea di un secondo evento, il CDE Classic, per valorizzare le vetture storiche e i restomod. E qui si inserisce la Hyundai Grandeur Retrofit, esposta al CDE Classic e raccontata da Nicola Danza, Head of Exterior Design in Hyundai Motor Company Europe: «L’esercizio che abbiamo fatto in Corea è stato prendere un’auto dell’86 e riproporla con tutto il peso del presente», un modo per rendere omaggio alle origini e allo stesso tempo mostrare quanto Hyundai sia cresciuta in termini di design e innovazione.
Tutto nasce dalla Grandeur del 1986, la prima generazione, reinterpretata con materiali moderni e tecnologia all’avanguardia. L’idea era quella di far dialogare due linguaggi, quello storico e quello attuale, un equilibrio tra eleganza e dinamismo. Uno degli elementi simbolo è il sistema di illuminazione a pixel: «oggi siamo abituati a vederla sulla nostra gamma Ioniq, ma allora era solo un esperimento per creare una firma luminosa forte, integrata nella griglia e nei fanali posteriori». Gli interni rappresentano un vero incontro tra passato e futuro. Da un lato, superfici cromate e linee geometriche tipiche degli anni Ottanta, dall’altro ampie superfici digitali e una cura maniacale nei dettagli. Spicca un’idea curiosa e poetica: «nel tunnel centrale c’è un sistema che permette di comporre musica mentre si attende la ricarica», un modo per rendere l’esperienza in auto più umana e creativa.
Anche la settima generazione della Grandeur, quella attuale, riprende alcuni tratti dell’originale reinterpretandoli in chiave moderna. Uno su tutti è il celebre “finestrino opera” sul montante C, che ritorna come richiamo grafico. Le proporzioni sono oggi più pulite e aerodinamiche, grazie anche ai vetri senza cornice, alla fascia luminosa orizzontale che unisce anteriore e posteriore e a un design essenziale fondato su equilibrio e proporzioni. E questo per omaggiare una delle vetture più di successo di Hyundai nei mercati extraeuropei, tanto che in patria è un simbolo culturale e sociale. «Una berlina è un simbolo di status… mostra alle persone che hai raggiunto un certo livello» conclude Danza. A CDE Classic debutta in Europa anche la Genesis X Gran Coupé, concept car che interpreta in una direzione più emotiva la filosofia del marchio Genesis “Athletic elegance”, equilibrio tra forza e raffinatezza. Pur mantenendo la distanza tra gli assi della G90, l’abitacolo più compatto rende l’auto più raccolta e sportiva. L’ispirazione viene dal Mediterraneo e si riflette nei colori esterni e interni – verde oliva abbinato a toni champagne e pelle cognac – e in un design che gioca su proporzioni eleganti, superfici pulite e dettagli sportivi come i passaruota pronunciati e il cofano clamshell più ampio rispetto alla G90 standard. L’abitacolo, con illuminazione ispirata alle foglie d’ulivo, cristalli Swarovski e materiali premium, completa un’esperienza sensoriale raffinata, armonizzando lusso e sportività.

