Kia Stonic continua la propria corsa senza cambiare direzione, ma affinando traiettoria e linguaggio. Il Suv compatto che dal 2017 ha contribuito alla crescita del marchio coreano in Europa arriva al suo terzo atto con un aggiornamento che non è semplice maquillage, bensì un riallineamento estetico e concettuale alla nuova identità Kia. Il progetto 2026 si inserisce infatti nel solco della filosofia “Opposites United”, la corrente stilistica che mette in dialogo elementi contrastanti – natura e tecnologia, tensione e purezza delle superfici, solidità e leggerezza visiva – traducendo questa dialettica in forme leggibili e contemporanee.
All’esterno la Stonic guadagna un’espressività più adulta. Il frontale e la coda ridisegnati lavorano su volumi più netti e su una grafica luminosa che richiama i modelli superiori della gamma, rafforzando la percezione di appartenenza a una famiglia coerente. Le proporzioni restano compatte, con i suoi 4,17 metri di lunghezza, ma le nuove superfici rendono l’auto visivamente più larga e piantata a terra, mentre i dettagli contribuiscono a una presenza più decisa nel traffico urbano.
Dentro, il salto è più evidente. La plancia completamente riprogettata abbandona ogni timidezza e adotta una doppia orizzontalità che organizza lo spazio in modo razionale e scenografico. L’ambiente cambia carattere anche perché ora la tecnologia non è più un elemento applicato, ma parte integrante del progetto. I due display affiancati della GT Line creano un’unica fascia continua, mentre nelle versioni Urban e Style il grande schermo centrale mantiene comunque un ruolo dominante. La scelta di due manopole fisiche per clima e infotainment rompe volutamente la monocromia digitale, in perfetto stile Opposites United, restituendo un equilibrio tra gesto analogico e interfaccia virtuale. Il passo di 258 cm e il bagagliaio da 352 litri confermano una funzionalità concreta, con uno spazio che privilegia l’uso reale più che l’apparenza.
Su strada, la nuova Stonic non sorprende con colpi di scena, ma convince per coerenza. Il tre cilindri mild hybrid da 115 cavalli è fluido e silenzioso in marcia normale, con una risposta sincera quando si alza il ritmo. Le sospensioni filtrano bene l’asfalto senza compromettere il controllo in curva, e il telaio privilegia una guida intuitiva, più da compatta ben assettata che da Suv caricaturale. È una crossover che non forza il ruolo, ma lo interpreta con misura.


