«Volevamo riscoprire cose dimenticate». Così Alfredo Stola esprime il concetto che ha portato alla RK Spyder, la fuoriserie con cui si è avviata l’attività della sua nuova azienda, Studiotorino. «Auto costruite a mano, ad una ad una, dotate di una meccanica di grande prestigio e di elevate prestazioni» prosegue. E infatti la RK Spyder, di cui si sono già visti due prototipi e sarà prodotto un massimo di 49 esemplari, ha sulle fiancate il marchio Studiotorino, sul motore e sul cofano quello Ruf. Della scocca originale – che era poi il Boxster 997 di Stoccarda – non rimane inalterato che il parafango anteriore sinistro: tutto il resto è stato in parte modificato e in parte costruito a mano ex novo con lamiere d’alluminio, lamiere d’acciaio e fibra di carbonio.
Ogni RK – è già in cantiere la versione coupé, che vedrà la luce nel 2007 – sarà diversa dall’altra. Toccherà al cliente specificare di quali tocchi personali dotare la vettura, di quale versione del motore, di quale colore. Il risultato? Quello che si può dire in termini di prestazioni, tutto sommato, è secondario. Dei due prototipi, entrambi elaborazioni Ruf di 3,8 litri a 6 cilindri e 24 valvole, uno è dotato di compressore (420 CV, da 0 a 100 in 4,5 secondi e da 0 a 200 in 13,8, velocità massima 285 km/h); l’altro è aspirato. Sono altre, in realtà, le priorità. «Fin dall’inizio del progetto – spiega Stola – ho pensato al pilota e al suo piacere di guida, al suo desiderio di vivere in simbiosi con il mondo che lo circonda: la strada, l’aria, il sole… ma sì, anche la pioggia, visto che la RK Spyder non ha tettuccio. Lo sport oltre che passione è sfida, è misurarsi con se stessi, è piacere puro. La velocità è relativa, il piacere è intimo e personale».
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