«Dopo cinquant’anni e alcune centinaia di auto, ne mancava una sola», dice Giorgetto Giugiaro per spiegare la GG50, la Ferrari che ha presentato al salone di Tokyo e con cui ha voluto celebrare il suo mezzo secolo di attività nel mondo del design. Il nome della vettura, basata sulla 612 Scaglietti, è significativo: GG50, dove GG sta per Giorgetto Giugiaro, 50 per quel suo traguardo d’attività.
Della 612 Scaglietti la GG50 conserva immutata l’intera meccanica, ma la carrozzeria ha subito modifiche sostanziali. Anzitutto l’”ammiraglia” di casa Ferrari viene ridotta da tre a due volumi: più corta di 9 centimetri, ne perde 2 sul muso ma ben 7 nella coda. L’altro elemento che determina grandemente la nuova immagine è la decisa rastrematura delle quattro estremità, che ne ammorbidisce la veduta dall’alto e che offre in visione tre quarti una sensazione di ingombri più raccolti. L’interno, che mantiene la stessa strumentazione ma non lo stesso cruscotto della 612 Scaglietti, è stato risistemato ergonomicamente lavorando su un manichino in grandezza naturale.
L’idea della GG50 è nata nel settembre 2004, al salone di Parigi. I primi bozzetti risalgono al febbraio 2005, seguono quindi le matematiche, l’immagine tridimensionale – virtuale – in scala 1:1, e infine il modellino a grandezza naturale, completato ad aprile, e sulla cui coda Giorgetto Giugiaro si è divertito a disegnare di persona, a matita, il cavallino rampante.
Gli interni sono stati condizionati dal passo della vettura, invariato a 2,95 metri; ma Giugiaro ha deciso di eliminare la sensazione di chiusura dei posti dietro sfumando il finestrino laterale verso la coda, in modo da alzare la linea del tetto e facilitare l’accesso a bordo.
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