Tre anni fa, al salone di Francoforte, il prototipo Alfa Romeo 8C aveva indicato la strada; oggi quel sogno è realtà, sia pure a “numero chiuso”. Se ne faranno 500 esemplari, costeranno fra 150 e 160 mila euro, e risultano già quasi tutti venduti alla vasta schiera degli appassionati del marchio. Dal prototipo del 2003 alla produzione in serie molte cose sono cambiate, soprattutto per rispettare le normative: non solo quelle europee ma anche quelle e americane, visto che questa coupé segnerà il ritorno di Alfa Romeo nel Nuovo Continente.
Resta, però, la parte più importante: lo spirito della vettura, le sue linee semplici e pulite, l’essenzialità della grande velocista, l’omaggio alla tradizione. «In questa macchina – osserva Wolfgang Egger, direttore del design ad Arese – c’è una verità; e lo dimostra il fatto che per la seconda volta, a distanza di due anni, la 8C ha avuto il primo premio al concours di Villa d’Este. Certi stilemi non si devono toccare, perché sono quelli che danno emozione».
Ripercorrere oggi il cammino dalla concept alla serie non è facile, perché alla semplicità delle linee si sono affiancate le esigenze estreme in fatto di meccanica, e le costrizioni dettate dalle norme internazionali. Eppure attorno al nuovo propulsore – 8 cilindri a V, 4,7 litri, 450 CV a 7000 giri, spostato all’indietro in posizione centrale più che anteriore – la scultura ha preso forma: il compatto e rigidissimo telaio d’acciaio è rivestito da una carrozzeria di fibra di carbonio.
Per ottenere tutto questo ci sono voluti, per Egger e i suoi collaboratori, otto mesi di lavoro, quattro modellini in scala, un modello 1:1, molta carica creativa ed emotiva. Emozione: da qualsiasi parte la si guardi, quest’Alfa, ce n’è da vendere. «La guardi e ti piace», dice Egger non senza una punta di paterno orgoglio: «Gomme larghe, assetto basso, stile equilibratamente aggressivo. Bella insomma».
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