La Serie 1 a tre porte e la concept dell’imminente M3, entrambe presentate a Ginevra, non rappresentano per il responsabile del design BMW, Chris Bangle, che un altro tassello sulla strada di una rivoluzione automobilistica per la
quale ora si sente addirittura di fissare una data: «La finestra – dice – sarà fra
il 2020 e il 2025».
I tempi, afferma, sono maturi. «Il passaggio dall’auto di legno a quella di metallo richiese dieci anni, quello dall’auto saldata a mano all’assemblaggio automatizzato circa 15 anni. La transizione a un nuovo tipo di automobile non richiederà più tempo». Ma quale tipo?
Forse neppure lui lo sa, ma sono mille le idee che gli frullano in testa, le ipotesi tecniche e stilistiche che possono portare alla rivoluzione.
«L’importante – afferma – è cominciare a mettere in discussione i dogmi, e qualche volta occorre un grosso martello per smantellarli, prima che la gente se ne accorga e accetti la novità». Non, con questo, che le due BMW presentate a Ginevra vogliano già rappresentare la rivoluzione. Sono però, secondo Bangle, la prova che si possa pensare all’auto «in un modo nuovo».
L’elemento più interessante della Serie 1 a tre porte sono le due porte di fiancata che, sebbene siano senza telaio superiore, coniugano rigidità e riduzione dei costi e potranno quindi servire per altri modelli.
«Non basta ottimizzare, bisogna pensare in termini di famiglie d’auto».
Con la concept M3, invece, nasce un nuovo “look M”: «Abbiamo reinventato il concetto di sportività capovolgendo il frontale a V che, invece di essere
largo in alto e a punta in basso, si allarga scendendo verso le ruote e facendo della larghezza il marchio della sportività».
In entrambi i casi, insomma, ci si trova di fronte a un tentativo di superare una certa stasi concettuale. E’ questa innovazione è, per Bangle, la chiave di lettura di chissà quali altre novità oggi escluse dai dogmi dell’automobile…
L’articolo continua su Auto & Design n. 164